Alla vigilia dell’istituzione del gestore unico idrico integrato della Regione Calabria, l’ente fa un buco nell’acqua, perdendo la possibilità di accedere agli investimenti per sistemare la rete idrica della Regione.
Non c’è nulla per la Calabria nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per gli investimenti destinati a progettare la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua e per i relativi interventi di digitalizzazione e di monitoraggio delle infrastrutture. Accedere al fondo avrebbe potuto dare a questa Regione la possibilità di ammodernare le condotte ad uso potabile, adottando sistemi innovativi che permettono di essere informati per tempo della presenza di perdite e in questo modo limitare gli sprechi, limitando le inefficienze e migliorando la qualità del servizio e quindi anche la vita dei calabresi, i quali ancora oggi non sono sicuri di poter avere a disposizione l’acqua potabile ogni giorno.
L’esclusione della Calabria da questi investimenti, non promette nulla di buono soprattutto alla luce di eventuali investitori che vorrebbero mettere piede in Calabria.
Ci chiediamo, però dove sono i Sindaci della Regione, se hanno intenzione di accettare passivamente questa decisione o cominceranno a chiedere conto alla Regione Calabria, se intendono vederci chiaro, o se intendono continuare a rimanere passivi di fronte all’involuzione della Regione Calabria, almeno per sindacare sui motivi che hanno comportato l’esclusione, vista l’impellente necessità di sistemare la rete idrica, che ha lasciato case e locali a secco per giorni lo scorso anno.