RENDE (27.2.2023)- “Il rapporto tra relazioni internazionali e mondo dell’intelligence” è il tema della lezione tenuta dall’Ambasciatore Michele Valensise al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri.
L’Ambasciatore Valensise ha ricordato in apertura che il 24 febbraio 2022 ha fissato uno spartiacque nella storia recente dell’Europa e del mondo. Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale alla caduta del muro di Berlino abbiamo vissuto in un assetto teso ma stabile, condiviso sostanzialmente da due super-potenze nucleari, Stati Uniti e Unione Sovietica. Questi due mondi contrapposti, non compatibili quanto a valori, ideologie, proiezioni, sono stati in equilibrio per decenni. La caduta del muro e la disgregazione dell’Unione Sovietica hanno spinto verso un mondo non più bipolare bensì unipolare. Quando a febbraio dell’anno scorso la Russia invase il Donbas dimostrò di voler risolvere una disputa internazionale con l’uso della forza, principio già da tempo bandito.
Questa violazione porta a riconsiderare la globalizzazione, di scambi, commerci e investimenti, e la cooperazione che negli ultimi anni si era immaginato di estendere quanto più possibile. Ma la globalizzazione non è morta, andrà rivista e corretta. L’Europa ha le sue fragilità ma ha reagito con una ferma condanna della Russia, cosi come da ultimo aveva risposto con determinazione alla pandemia e alla emergenza economica. Il 27 febbraio, tre giorni dopo l’inizio della aggressione russa alla Ucraina, il cancelliere federale Scholz ha dichiarato al Bundestag che la Germania e tutta l’Europa stavano vivendo un eccezionale cambiamento epocale. Gli equilibri si modificano, la Russia è un Paese debole dal punto di vista economico e tecnologico, ma ancora temibile sul piano militare con le sue testate nucleari. Il vero competitore degli Stati Uniti in questo momento è la Cina, con la sua forza espansiva dirompente, in crescita economica e tecnologica, industriale, e un a popolazione di un miliardo e quattrocento milioni di abitanti, esattamente dieci volte quella della Russia.
Anche l’Asia è una regione da monitorate con attenzione. L’India, sul piede di superare la Cina, è molto vicina alla Russia, tuttavia il suo sostegno alle ragioni russe non è assoluto. New Delhi potrebbe essere centrale in un’iniziativa diplomatica a tutto campo per fermare la guerra. L’ Africa, apparentemente lontana dal quadrante russo-ucraino, in realtà ne è toccata non solo per questioni alimentari, ma per la crescente influenza di Mosca in vari paesi africani. Lì c’è spazio anche per l‘Italia e per la sua politica di cooperazione, non sospetta di „agende nascoste“. Infine, l’America Latina: il
Brasile non ha aderito alle sanzioni nei confronti della Russia e non ha aderito alla richiesta di aiuti militari da parte dell’Ucraina. E’un paese che dovrebbe avere tutto l’interesse a essere guardingo nei confronti del rapporto troppo stretto con la Russia e della potente espansione cinese.
L‘Italia ha mantenuto sinora una linea di politica estera riconoscibile. Siamo la terza economia dell’Unione europea, un attore imprescindibile, anche se con qualche condizionamento pesante, in primis il debito pubblico: contenerlo significa aumentare la credibilità del Paese. L’Italia non deve avere complessi di inferiorità, ma consapevolezza di sé e capacità di mettere a fuoco proposte, richieste, iniziative da portare sui tavoli di partner e alleati.
Anche in questo scenario diplomazia e intelligence, due facce della stessa medaglia dell’interesse nazionale, devono lavorare in sinergia e la sintesi spetta per legge al decisore politico. Essa sarà tanto più proficua quanto più gli apporti di diplomazia e intelligence saranno oggettivi e professionali.