I Funzionari U.P.P. in servizio al Tribunale reggino tracciano un primo bilancio positivo, chiariscono ruoli e mansioni affidate e invitano l’onorevole Calderone: «Venga a farci visita, vigili sul nuovo Palazzo di Giustizia e stia al nostro fianco per la stabilizzazione»
«Poco più di un anno fa, un piccolo “esercito” di 92 persone (oggi piuttosto assottigliato) ha fatto il proprio ingresso al Tribunale di Reggio Calabria. Per molti era la prima esperienza lavorativa in assoluto. Qualcuno aveva già frequentato quelle aule da tirocinante o praticante avvocato. Per tutti, però, si apriva un’avventura nuova e sconosciuta. Anche per giudici e cancellerie, infatti, la figura dell’Addetto all’Ufficio per il Processo era una sorta di scatola vuota, da riempire con mansioni rimaste per diverso tempo solo sulla carta, ma mai concretamente attuate». È quanto affermano in una nota 69 Funzionari addetti all’Ufficio per il Processo in servizio al Tribunale di Reggio Calabria.
«È così – proseguono – che abbiamo iniziato il nostro percorso: con la certezza di dover trovare una precisa collocazione all’interno di schemi già ben collaudati, seppur necessitanti di un supporto che garantisse dei risultati evidenti in termini di smaltimento di lavoro arretrato ed accelerazione dei tempi nello svolgimento dei processi».
L’accoglienza al Tribunale reggino «è stata decisamente positiva. I magistrati hanno da subito instaurato un rapporto di grande apertura e collaborazione. Anche con i colleghi delle cancellerie, dopo un necessario periodo di rodaggio e assestamento, tutto è andato per il meglio. Non era scontato che accadesse».
A distanza di un anno dall’insediamento, dunque, «non possiamo che tracciare un bilancio positivo di questa esperienza, con alcune considerazioni che vogliamo consegnare all’opinione pubblica, poiché sovente poco conosciute se non dagli addetti ai lavori».
I Funzionari desiderano rispondere ad una delle domande che, ancora oggi, vengono poste: che cos’è effettivamente un Addetto all’Ufficio per il Processo? «Si tratta – spiegano – di un lavoratore dipendente del Ministero della Giustizia, assunto con la posizione contrattuale di un Funzionario ed al quale è demandato principalmente il compito di collaborare con i magistrati della sezione a cui è assegnato, così come con la cancelleria della stessa. Di fatto, vi sono compiti afferenti la giurisdizione, come la collaborazione allo studio delle controversie, le ricerche giurisprudenziali, la predisposizione di bozze di provvedimenti e la collaborazione alla raccolta della prova nel processo civile. Ma non solo. All’U.P.P. è demandato anche il controllo della pendenza di istanze o richieste e la loro gestione, l’organizzazione dei fascicoli, delle udienze e del ruolo, il supporto per indirizzi giurisprudenziali sezionali, il supporto ai processi di digitalizzazione e innovazione organizzativa dell’ufficio. Come chiarito a più riprese dal Ministero, tra le mansioni dell’U.P.P. vi è anche quella di “raccordo” tra i magistrati e le cancellerie. Volendo sintetizzare, significa svolgere tutto quel lavoro preparatorio e successivo all’udienza (si pensi all’accertamento della regolare costituzione delle parti con controllo delle notifiche, rispetto dei termini, individuazione dei difensori nominati). E poi, da ultimo e connesso al raccordo citato, anche l’eventuale assistenza al magistrato in udienza. Su questo punto – osservano gli UPP reggini – pur senza voler entrare nelle polemiche dei giorni scorsi, preme solo una precisazione: la stragrande maggioranza degli U.P.P. del Tribunale di Reggio Calabria ha svolto e sta svolgendo anche tale attività nel rispetto dei dettami del Ministero. Ciò, lungi dal ritenersi una deminutio rispetto all’inquadramento assegnato, rappresenta per gli scriventi una possibile e naturale prosecuzione di quell’attività di studio dei fascicoli che consente all’addetto di conoscere in modo approfondito ogni affare al quale è stato destinato. Sarebbe un errore pensare che i Funzionari addetti all’U.P.P. debbano svolgere in via esclusiva simili attività o mansioni connesse all’espletamento di adempimenti di cancelleria. Ma, in uno spirito di condivisione del lavoro e di appartenenza all’ufficio, accade che ai Funzionari U.P.P. possa essere richiesto di assistere il magistrato in udienza, benché la nostra attività sia stata da subito fortemente orientata al supporto alla giurisdizione».
Del resto, rimarcano gli U.P.P. reggini, «la carenza cronica del personale di cancelleria (nonostante le recenti immissioni) richiede, talvolta, che lo stesso sia impiegato prioritariamente nell’espletamento di quegli adempimenti senza i quali anche la celebrazione delle udienze diverrebbe impossibile, paralizzando di fatto l’attività giudiziaria. Da qui, la necessità di un impiego poliedrico del Funzionario U.P.P., pur senza snaturarne la prioritaria destinazione».
«Prezioso si è rivelato poi l’apporto fornito da coloro che sono stati assegnati al settore economico. Da subito inseritisi nella macchina organizzativa degli uffici con entusiasmo e competenza – si legge nella nota – hanno offerto un significativo contributo in termini di efficienza e speditezza dell’attività, divenendo ben presto riferimento imprescindibile per tutti i colleghi, anche fra i più esperti. Un lavoro svolto nel pieno rispetto degli obiettivi fissati per lo specifico settore di competenza».
I Funzionari non hanno dubbi: «Sarebbe sciocco immaginare che l’introduzione della figura dell’U.P.P. possa aver risolto, d’incanto, tutti i problemi della Giustizia. Appena giunti negli uffici reggini, ci si è resi conto delle enormi criticità strutturali ed organizzative con cui bisogna fare i conti ogni giorno, nonostante lo sforzo collettivo in atto.
Il verbale relativo ad un recente ed ordinario incontro sindacale pubblicato sulla stampa non fa altro che confermare tale assunto: il confronto tra vertici giudiziari ed organizzazioni sindacali è continuo e serrato perché tante sono le questioni aperte su svariati fronti. I Funzionari U.P.P. non fanno eccezione, sebbene riteniamo di rispedire al mittente ogni tentativo di possibile strumentalizzazione nei nostri riguardi.
Di questioni aperte, del resto, ne abbiamo diverse. Alcune risolvibili solo in ambito governativo e/o parlamentare».
È per questo che, nel fare un bilancio di questo primo anno, i Funzionari UPP desiderano «rivolgere un ringraziamento all’onorevole Tommaso Calderone, per aver voluto, con la sua interrogazione parlamentare, accendere i fari sulla nostra figura su tutto il territorio nazionale. Quali Funzionari addetti all’Ufficio per il Processo, lo invitiamo ufficialmente a far visita al nostro Tribunale. Potrà così accorgersi delle condizioni logistiche nelle quali tutto il personale è costretto a lavorare, mentre, proprio di fronte all’attuale sede, giace il costruendo Palazzo di Giustizia, la cui realizzazione, oggi, è stata direttamente presa in carico dal Governo nazionale. Siamo certi che l’onorevole Calderone sarà al nostro fianco ed a quello della Magistratura quale pungolo all’Esecutivo, per velocizzare quanto più possibile il termine dei lavori e consegnare all’intero Distretto una cittadella giudiziaria che migliorerebbe di molto le condizioni generali di lavoro di tutti gli attori della Giustizia.
Auspichiamo, infine, che l’onorevole Calderone vorrà essere al nostro fianco per far sì che tutti gli addetti all’Ufficio per il Processo possano superare l’attuale precarietà (con recente possibilità di proroga del contratto a 36 mesi), lavorando insieme affinché risorse oggi formate e pienamente inserite nel quotidiano svolgimento delle attività giudiziarie possano essere impiegate a tempo indeterminato».
Proprio su questo aspetto, gli U.P.P. reggini non possono che «apprezzare quanto statuito all’unanimità dall’Associazione nazionale magistrati» che, in un recentissimo documento, afferma come «il nuovo assetto di lavoro consente di superare l’isolamento professionale ed organizzativo del giudice, sperimentando il coordinamento di un lavoro di squadra». L’Anm ritiene «essenziale che l’U.P.P. diventi una struttura professionale stabile con profili di competenza e specifica professionalità all’interno degli uffici giudiziari». Ancora, viene indirizzata al Ministro della Giustizia ed alla politica tutta «un pressante e urgente invito ad un concreto impegno per assicurare la copertura a tempo indeterminato delle dotazioni organiche dell’U.P.P.».
«Dopo un anno dal nostro arrivo, dunque – concludono gli U.P.P. – riteniamo di poter parlare del Funzionario addetto all’Ufficio del processo come di una sfida vinta con passione ed entusiasmo. Ora tocca guardare al futuro con un obiettivo principale: far sì che, quella che molti definivano una scommessa, possa diventare concretamente una certezza».