Riscontro la risposta al mio comunicato con cui solo mi limitavo ad esternare la preoccupata considerazione che la lettera del Sindaco rivolta al Presidente del Consiglio dei ministri, avrebbe prodotto, come conseguenza, non soltanto il mancato invito di Voce, quanto, la successiva, completa cancellazione della nostra Città dall’attenzione mediatica.
Com’era facile prevedere, tanto si è puntualmente verificato ed un simile quasi inevitabile corollario mi appariva ed ancora mi appare come assolutamente ingiusto.
Crotone, data la sua posizione di centralità nel Mediterraneo è tappa obbligata dei flussi migratori ed ha una storia millenaria che rende già di per sé autorevole il suo nome nel mondo, il che avrebbe accreditato una richiesta propositiva che fosse partita dal Primo cittadino, tutto questo è stato sacrificato, in funzione di un’invettiva opinabile e non concordata rivolta nei riguardi del Presidente del Consiglio dei ministri.
Quanto perciò fatto dal Sindaco, oramai è evidente.
E’ stato un atto che nulla ha a che vedere con l’espletamento del ruolo istituzionale, ma molto più grettamente è esattamente ciò che appare ed ovvero un comportamento irresponsabile che può trovare una spiegazione in quelle che sono le finalità del tutto individuali, temerariamente perseguite dall’Ingegnere Voce.
Appare perciò del tutto fuori luogo tentare di buttarla sul personale e non intendo replicare alle illazioni offensive proferite da 11 personaggi in cerca d’autore che non ho avuto il privilegio d’incontrare ad esempio il primo giorno, al Palamilone, quando le mani compassionevoli, di alcune consigliere, collocavano un primo mazzo di fiori sul cancello del Palazzetto che quel pomeriggio non abbiamo reperito se non di plastica e che è ancora lì a testimoniare il muto orrore di chi ha voluto manifestare il proprio smarrimento, il proprio cordoglio, senza cercare la ribalta o la polemica a tutti i costi. Evidenzio come nella deliberazione del Consiglio comunale, votata soltanto qualche giorno prima all’unanimità, anche dall’ing. Voce, non comparissero invettive, quanto unicamente proposte.
In essa si esternava il cordoglio, si reclamava il diritto al soccorso in mare, come pure si accennava al paradosso rappresentato dai “dublinanti”, condizione, alla quale, per incomprensibili bizantinismi burocratici, sono ridotti tanti richiedenti asilo, costretti a ritornare anche a Crotone da ogni parte d’Europa, condannati a rivivere i luoghi di approdi sovente tragici.
Costoro, trovano alloggio, insieme ad altri, sotto il ponte della ferrovia, in condizioni inumane, inaccettabili per una città che un tempo fu Kroton ed assolutamente niente mi risulta il Sindaco o l’Amministrazione abbiano mai fatto di concreto a riguardo.
Nella deliberazione del Consiglio, trasmessa anche al Presidente della Repubblica, si segnalava l’opportunità che le decisioni sui flussi immigratori debbano essere prese negli stessi luoghi che li hanno visti sbarcare e persino loro malgrado tornare.
Proprio per questo ho proposto insieme ad altri consiglieri e naturalmente nessuno di loro è tra gli 11 firmatari dell’invettiva cui replico, di richiedere venga istituzionalizzata una conferenza internazionale su politiche migratorie e diritti umani, una conferenza che potrebbe essere itinerante e che faccia tappa in tutte le terre d’approdo.
Un luogo di confronto, discussione e di approfondimento che faccia di questa nostra terra, spazio in cui discutere di governo delle migrazioni, dove ricercare soluzioni su approdi ed accoglienza, sicurezza e inclusione, per far sì che tali decisioni siano prese in luoghi di frontiera, come Crotone, luoghi nei quali, oggi, soltanto si piange e si assiste impotenti a strazianti epiloghi. Tale proposta è stata nell’immediatezza considerata condivisibile da autorevoli rappresentanti di altri Comuni calabresi.
Sforziamoci per far sì che una tale tragedia, di cui tutti siamo stati testimoni, possa acquisire un senso e divenire costruzione di pensiero, di politica e di diritti per non vanificare la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per un anelito di libertà.
Consigliere Comunale
Fabrizio Meo