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Nessun come l’istituto Mario Ciliberto nella provincia di Crotone, almeno in questa occasione.

Redazione

Nessun come l’istituto Mario Ciliberto nella provincia di Crotone, almeno in questa occasione. La scuola guidata dal dirigente scolastico Girolamo Arcuri è infatti una delle sole tredici calabresi, insieme ad altre dodici siciliane, secondarie di primo e secondo grado, che parteciperà al progetto Pon “Tra Scilla e Cariddi: traghettare il fresco profumo della libertà” promosso dall’Ats Azione sociale e centro comunitario Agape. Per ogni scuola possono prendere parte un massimo di tre classi per un numero complessivo di cinquanta studenti e tre docenti accompagnatori.

Un progetto al quale non poteva non partecipare il Ciliberto vista la storica tradizione e i prestigiosi traguardi raggiunti a livello nazionale a scuola di Open coesione con la professoressa Rossella Frandina. Il Ciliberto e la legalità vanno di pari passo, camminano a braccetto e quindi non poteva non candidarsi per partecipare all’ambizioso e innovativo progetto. Sono previsti dei laboratori di legalità che si terranno nelle singole istituzioni scolastiche, ma gli studenti si ritroveranno anche sulle navi traghetto che faranno la spola nello stretto di Messina fra le due leggendarie località che danno il nome al progetto. Lo scopo è quello di istruire studentesse e studenti in maniera alternativa, ma allo stesso momento concreta ed efficace, che la via da seguire non è quella più semplice, quella dei soldi facili e del rispetto conquistato con il timore o con le armi. Purtroppo in regioni ad alto tasso di disoccupazione come la Calabria e la Sicilia, è molto alto il rischio per gli studenti di essere avvicinati da soggetti senza scrupoli e invitati pertanto a divenire manovalanza a basso costo per la criminalità organizzata. In tale contesto, l’istituzione scolastica non può non farsi carico di mostrare la vera storia di chi sceglie la strada del crimine: contrariamente al falso mito dei soldi facili, dell’onore, del rispetto e della bella vita, spesso la storia a lieto fine non esiste; piuttosto, esiste il carcere. A tal fine si avranno delle testimonianze dirette di detenuti in carcere, ex detenuti, famiglie vittime della criminalità organizzata e magistrati con un solo obiettivo chiaro e netto che è quello di diffondere la legalità.

Entusiasta il dirigente Arcuri: “Questo genere di percorsi sono sempre più identificativi della nostra scuola che vuole fare della legalità il suo baluardo. Ci batteremo sempre contro i soprusi, questo i nostri studenti lo sanno e facciamo di tutto per non far vivere all’interno delle mura scolastiche neanche una minima percentuale di quello che invece insegniamo a combattere”.

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