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Crotone e Gnl: positivo un confronto per garantire la costruzione dell’impianto.

Redazione

Una discussione è auspicabile ma nel rispetto dei ruoli ufficiali degli enti preposti a controlli ed autorizzazioni ambientali e di sicurezza, unici in grado di definire con certezza la fattibilità di grandi progetti. 

 

La richiesta del Comune di Crotone di una conferenza di servizi sincrona (ovvero con la presenza contestuale di tutti gli Enti) sulle implicazioni derivanti dalla realizzazione di un impianto di stoccaggio per GNL (e non di rigassificazione) nel suo territorio può rappresentare, finalmente, la giusta occasione per fare chiarezza sulle dichiarazioni, le prese di posizione, i giudizi spesso inesatti che hanno accompagnato il progetto di Ionio Fuel fin dalla sua presentazione. Come più volte sottolineato, niente di meglio di una franca discussione pubblica per individuare obiettivi, strumenti, modalità operative per delineare lo sviluppo futuro del territorio pitagorico rispetto alle grandi sfide che il Paese e il Meridione è chiamato ad affrontare all’affacciarsi dell’epoca della transizione energetica. 

Nei confronti del sentimento di contrarietà strumentale a lasciare le cose, così come è emerso in più occasioni, confermo di credere fortemente nel progetto che vede Crotone come punto di accesso per l’utilizzo di un carburante di transizione a basso impatto ambientale sia per il meridione sia per tutta l’Ue. 

L’occasione di inserire l’esangue tessuto economico crotonese all’interno dei complessi fenomeni strutturali innescati nel Mediterraneo dalla strategia europea per la decarbonizzazione (attraverso l’uso dei carburanti alternativi più efficienti per garantire il graduale passaggio alle fonti rinnovabili) può risultare senz’altro vincente, anche considerando che le politiche sulle rinnovabili hanno subito un’accelerazione esponenziale con la crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina. 

E inserire Crotone in un circuito di sviluppo virtuoso – dall’industria crocieristica al nuovo mercato dei veicoli pesanti alimentati a GNL, dall’implementazione nell’uso di bio-carburanti alle prospettive di fungibilità con le tecnologie basate sull’idrogeno – in grado di riscattare anni di stagnazione è un dovere morale oltre ad essere un’azione improcrastinabile. 

Tanto convinto sono della bontà del progetto, da aver deciso e compiuto, in accordo con la proprietà di Ionio Fuel, un passo indietro, o meglio a lato. Rispetto alle difficoltà nel traghettare il progetto in un ambito di fattibilità ho rassegnato le dimissioni da Amministratore Delegato della società, al fine di favorire l’individuazione di una figura professionale e tecnica specializzata nell’oil&gas riconosciuta sia dal territorio sia dai vertici dell’amministrazione. 

Probabilmente in questa fase serve un cambio d’indirizzo. 

Un’azione differente, caratterizzata da competenze ed esperienze maturate direttamente a contatto con una realtà meridionale che è chiamata dai tempi che viviamo a cambiare i propri paradigmi. Anche approfittando di uno strumento innovativo come la ZES, il cui commissario straordinario, Giosy Romano, ha fin da subito accolto, avviando il relativo iter amministrativo per il rilascio dell’autorizzazione unica, la nostra proposta di insediamento industriale.               

Nondimeno, nella mia nuova posizione, tutta tecnica di direttore generale del progetto, vorrei, proprio sotto l’aspetto tecnico, controbattere ai timori circa la sicurezza dell’impianto e stigmatizzare l’atteggiamento per cui si mette in dubbio, si nutrono e di diffondono paure, rispetto a ciò che è già stato certificato. Il Nulla Osta di Fattibilità ottenuto dal comando regionale dei Vigili

del Fuoco all’impianto non può essere messo in discussione in base alla falsa percezione di riuscire a vedere solo un futuro potenziale pericolo per la collettività. Si parla di un organo competente il cui compito è proprio quello di esprimersi in merito, sulla base di valutazione meramente tecniche ed oggettive. Impianti del genere sono presenti in Italia e in Europa da decenni, gestiti e manutenuti da aziende italiane e internazionali, talvolta multinazionali con migliaia di dipendenti, senza alcun pericolo di sorta. 

Un’ultima notazione sull’ipotesi di poter individuare un’altra area su cui eventualmente costruire l’impianto. Ionio Fuel, è ed è sempre stata aperta all’ascolto del territorio, proponendo fin dal principio un’idea precisa di sviluppo industriale, basata su solide analisi dello scenario economico (presente e futuro), della fattibilità tecnica, del rispetto dell’ambiente e della sicurezza. Abbiamo individuato un’altra area nel territorio per dare una risposta, che sarà sottoposta alle opportune valutazioni.

Ad oggi stiamo interloquendo con tutti gli Enti coinvolti nel processo decisionale nel rispetto delle rispettive competenze. La possibilità di una delocalizzazione è nell’ambito delle ipotesi possibili a patto che ci sia chiarezza e trasparenza sulla scelta di fondo per dare a Crotone un futuro di sviluppo industriale, che di conseguenza inneschi altro sviluppo sociale ed economico, da protagonista, nel panorama della nuova transizione energetica europea.   

 

Luigi Vartuli

Direttore Generale di Progetto

 

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