L’iniziativa rientra nel programma “Memoria è Cultura” realizzato dall’Amministrazione comunale reggina insieme alla Fondazione Antonino Scopelliti e il Comando della Polizia Locale reggina
Si è svolta presso la Galleria di Palazzo San Giorgio, alla presenza delle autorità cittadine, la presentazione del libro “Traditori” del giornalista Paolo Borrometi.
Come testimoniato in apertura dall’Assessore alla Legalità, Giuggi Palmenta, la presentazione di “Traditori” rientra nel progetto Memoria è Cultura, un programma di eventi promosso dal Comune di Reggio Calabria in collaborazione con la Fondazione Antonino Scopelliti e il Comando dei Vigili Urbani della Città, che ha lo scopo di rendere omaggio alla memoria delle vittime delle mafie.
L’evento, alla presenza dell’autore, il giornalista e scrittore Paolo Borrometi, ha visto l’intervento del sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, e del suo omologo metropolitano, Carmelo Versace, che hanno portato i saluti istituzionali dei due Enti, ringraziando i partner dell’iniziativa e ribadendo l’importanza, per la Città, di iniziative culturali di siffatta portata.
Rosanna Scopelliti, presidente della Fondazione Antonino Scopelliti, si è poi soffermata sulla sua esperienza come figlia di vittima di mafia, sottolineando come sia importante trasformare il dolore per la perdita in azione concreta contro il potere mafioso, attraverso attività e iniziative destinate ai giovani e ai cittadini.
Dopo l’introduzione del saggio, da parte dell’Avv. Felice Centineo, responsabile dello Sportello di sostegno legale alle vittime delle mafie presso la Fondazione Scopelliti, è intervenuta la Professoressa Liliosa Azara, docente di Storia contemporanea all’Università Tre di Roma, che ha delineato un’attenta analisi del contesto sociale e antropologico di riferimento del fenomeno mafioso.
Il condirettore AGI, Paolo Borrometi, ha raccontato il modo in cui è nato il progetto del suo saggio, gli eventi storici e sociali che lo hanno ispirato, unitamente alle esperienze personali che lo hanno reso protagonista di svariati tentativi di attentati di tipo mafioso, motivo per cui vive da dieci anni accompagnato dalla scorta.
L’incontro si è concluso con la consegna, da parte della presidente della Fondazione, di una targa a Paolo Borrometi, realizzata dai ragazzi del centro di accoglienza diurno Piccola Opera di Reggio Calabria.