PUGLIESE: «MI AUGURO CHE NELL’INCONTRO DI OGGI PRESSO LA CITTADELLA REGIONALE SIANO ASSUNTE DA TUTTE LE ISTITUZIONI PRESENTI DECISIONI FORTI E DIRIMENTI»
L’articolo pubblicato ieri sul quotidiano nazionale “ItaliaOggi” dal titolo “C’è un disastro. Ma non si dice“, a firma di Andrea Settefonti, con sottotitolo “il percolato di una discarica nel fiume. Dati chimici ignoti” rappresenta l’ulteriore elemento di grave disinformazione a danno del territorio del basso jonio cosentino. È davvero singolare che Andrea Settefonti, giornalista di Siena, abbia deciso di interessarsi ad una vicenda che evidentemente non conosce a fondo a tal punto da essere contraddittorio e certamente poco informato.
Nel corpo dell’articolo si afferma che il percolato prodotto dalla discarica di rifiuti tossici non pericolosi è fuoriuscito contaminando le acque dei fiumi Cacciadebiti e Patia, affluenti del fiume Nicà per sei chilometri dei loro corsi e raggiungendo il mare nonostante è noto che il corso dal fiume Nicà dalla discarica di Scala Coeli fino al mare dista circa 15 chilometri (…).
Poi subito dopo precisa che “fonti interne all’Arpacal rivelano testualmente che: (…) per il mare non si rilevano al momento problemi, anche perché dei terrapieni hanno fermato (dopo due giorni di sversamento), il flusso del percolato”. Anche qui una inesattezza poiché i terrapieni sono stati realizzati molto prima di due giorni…
Detto ciò colpiscono due aspetti.
Il primo riguarda il fatto che nonostante nel sottotitolo dell’articolo vi sia scritto “dati chimici ignoti” nel corpo dell’articolo nulla è scritto in riferimento a questo aspetto… Evidentemente, chi ha scritto l’articolo, si è ben guardato dallo scrivere una colossale castroneria se non nel sottotitolo per creare allarmismo e catturare l’attenzione del lettore.
Il secondo aspetto riguarda le dichiarazioni di Legambiente che anche in questa circostanza non dimentica di sottolineare che le acque del Nicà “sfociano in mare” dopo aver sciorinato dati che riguardano le acque inquinate da valori superiori ai limiti di legge.
Voglio ribadire preliminarmente che quanto è accaduto presso la discarica di Scala Coeli non può non essere considerato un vero e proprio disastro ambientale e, ancor più grave, è il fatto che ancora oggi non si riesce a smaltire il pergolato fuoriuscito e contenuto nell’ex bio-valle del Nicà con il probabile rischio che, in caso di pioggia, si possa avere un aggravamento della situazione.
Così come è opportuno ricordare che sulla discarica al momento c’è una indagine della Magistratura, tant’è che la discarica è stata posta sotto sequestro, e sono all’opera, dal primo momento, le indagini delle autorità inquirenti di cui ho piena fiducia al fine di stabilire le responsabilità sull’accaduto.
Ritengo, però necessario sottolineare che, al disastro ambientale, si è unito il disastro dovuto all’irresponsabilità di chi, attraverso dichiarazioni pubbliche (e non solo), irresponsabili e dannose per l’interesse generale, non essendo suffragate da dati autorevoli ed inconfutabili elementi di rilievo, non ha esitato a generare allarmismo e confusione.
L’articolo di ieri su “ItaliaOggi” ne rappresenta certamente una ulteriore riprova se consideriamo che gli enti preposti al controllo delle acque hanno stabilito che non vi è per il mare alcun pericolo e mettere in discussione il buon operato o, ancora peggio, la buona fede, la serietà e la responsabilità di quanti hanno operato significa certamente creare allarmismo e confusione!
Tutto questo clamore non aiuta l’interesse generale del territorio ma, ancor di più non aiuta, quanti sostengono la causa ambientalista poiché mina la credibilità di una battaglia che merita, invece, un più alto senso di responsabilità e serietà.
Confido che al più presto possa essere smaltito il pergolato oggi presente presso la discarica di Scala Coeli e con viva speranza auspico che in futuro su questioni così importanti possa nascere un alto senso di responsabilità da parte di tutti, nessuno escluso.
Allo stesso tempo mi auguro che nell’incontro previsto nel pomeriggio di oggi presso la Cittadella Regionale siano assunte da tutte le istituzioni presenti decisioni forti e dirimenti al fine di tutelare l’immagine ormai ingiustamente compromessa del nostro mare le cui acque sono e restano “eccezionali per la balneazione”.