Nella notte di Sibari Vinicio Capossela ha regalato un live istrionico e travolgente.
All’interno del Parco archeologico della frazione di Cassano allo Ionio, per la XXIII edizione di Armonie d’Arte Festival, di fronte ad oltre 1500 spettatori, l’artista ha “acceso”, metaforicamente ma non solo, una notte già premiata di suo da una meravigliosa luna piena.
Capossela, accompagnato magistralmente dalla sua band, ha presentato un live che ha attraversato gran parte della sua carriera, partendo dai brani che compongono il suo ultimo album, “Tredici canzoni urgenti”, premiato di recente con la Targa Tenco come miglior disco italiano dell’anno.
Accanto al più recente capitolo del suo percorso discografico, hanno trovato spazio anche altri brani cardine della sua carriera, sempre sospesi tra un folk-blues a tratti orchestrale, a tratti più “intimo” e “scarnificato”.
L’artista ha dedicato a Mimmo Lucano per l’utopia sociale di Riace “Il Povero Cristo”, ha lucidato alcuni dei gioielli di casa, come le travolgenti “Marajà”, “Che coss’è l’amor”, alternate a momenti più intimi, “Signora Luna”, “Camera a Sud”, “Ultimo Amore” e “Con una Rosa”, fino al colpo d’ala finale, in cui Capossela ha inanellato, in doppia, poderosa sequenza “L’Uomo Vivo” con il sempre tellurico “Il Ballo di San Vito”, un brano che non finisce mai di sorprendere, per la densità e varietà delle sue intrinseche connotazioni, non solo popolari.
“Un concerto davvero unico, che ha messo insieme un luogo di grande importanza, un grande artista visionario come Capossela e dei temi importanti del nostro tempo” – afferma Chiara Giordano, direttrice artistica di Armonie d’Arte Festival – “siamo in particolar modo soddisfatti del supporto ricevuto da parte della direzione del Parco, dell’amministrazione di Cassano all’Ionio, e anche grazie a loro se siamo riusciti a creare un evento così speciale”.