Avviandoci verso la fase di conclusione di questa amministrazione comunale, a mio modesto parere, bisogna fermarci un attimo e puntare i riflettori sulla figura del Consigliere comunale, del suo ruolo, della sua attività e soprattutto della sua immagine all’esterno. Una riflessione che nasce spontanea anche alla luce delle ultime vicende di queste settimane che hanno visto il mancato coinvolgimento di alcuni miei colleghi di opposizione alla firma sulla richiesta di un Consiglio Comunale straordinario sullo stato di crisi di Congesi (il consorzio che gestisce il sistema idrico in città). Una mancanza sicuramente spiacevole che comunque va superata e non deve dividerci.
L’opposizione, o almeno una parte di essa, ha il dovere di dimostrare alla città di saper fare squadra e di avere tutti i requisiti per diventare l’alternativa a questa amministrazione. Il Consiglio Comunale è il luogo deputato ad affrontare tutte le tematiche che incidono sulla quotidianità dei nostri concittadini e, soprattutto, sul futuro della nostra comunità. Non è un ruolo, quello del Consigliere comunale, da prendere sottogamba o con leggerezza, al contrario, va esercitato con estrema serietà e concretezza.
Non si può prescindere da alcuni doveri che, nel corso della legislatura, è nostro compito seguire. La presenza in aula è il primo tra questi; un dovere che un Consigliere Comunale dovrebbe esercitare e rispettare dall’inizio alla fine dei lavori, sia che questo sia di maggioranza o di opposizione senza che questi ultimi corrano il “rischio” di essere tacciati come “la stampella di turno”. Termine che, soprattutto in questa consiliatura, è entrato molto in voga, sia tra i vari articoli di commento alle attività del Consiglio, sia tra i consiglieri stessi o le loro propagazioni politiche.
Stare in Aula è un dovere, così come è un dovere partecipare e quando non si è d’accordo bisogna contrastare le decisioni ma senza ledere la dignità di nessuno, chi invece risponde alle tesi dell’avversario con il dileggio e l’offesa dovrebbe, semplicemente, non fare politica. A ogni modo, nell’atteggiamento del Consigliere che abbandona i lavori del Consiglio solo per far venire meno il numero legale, a parer mio, non vi è nulla di così onorevole, né di politicamente strategico.
Chiedere la verifica del numero legale, constatare se questa maggioranza ha o meno i numeri per governare è comprensibile se parliamo di atti “politici”, come il Bilancio. In questi casi la maggioranza ha il dovere di apparire numericamente presente sin dalla prima convocazione.
Ma il debito di una partecipata, che spesso significa rischio di posti di lavoro, ha colore politico? L’illuminazione di una via ha colore politico? Un debito fuori bilancio, magari derivante da una sentenza di un tribunale, ha colore politico? Ma soprattutto cosa cambia se il Consiglio affronta questi argomenti in prima convocazione o, nel peggiore dei casi, il giorno dopo durante la seconda convocazione? Solo rallentamento dei lavori e maggiore peso sulle casse comunali.
E allora che senso ha questa storiella della “stampella” che è diventata a dir poco stancante? Crotone è tra le ultime città di Italia e davanti a suoi innumerevoli e irrisolti problemi, in primis l’emarginazione totale rispetto anche ad altri territori calabresi, il dramma non può essere il consigliere che intenda rimanere in aula a svolgere la sua funzione.
Che sia chiaro, prima che qualche professorino di turno faccia la sua sparata, la sottoscritta è e rimane una consigliera di opposizione, ma questo non significa che un consigliere comunale di opposizione non debba stare in aula a rappresentare le istanze dei cittadini, a proporre soluzioni o ad opporsi su decisioni che non condivide.
Non è un mio problema se questa amministrazione soffre di numeri risicati, queste sono valutazioni che spettano al Sindaco e alla sua maggioranza. Sono convinta che questo Consiglio comunale abbia il vitale bisogno di un salto di qualità, anzi di una serie di salti di qualità, il primo, fondamentale, sulla serietà dei comportamenti.
Basta giocare a nascondino in aula con la prassi umiliante dell’entrare e uscire per abbandonare i lavori senza alcuna motivazione politica seria e solo per il gusto di far mancare il numero legale. I tempi dell’asilo sono passati un po’ per tutti.
Marisa Luana Cavallo
Consigliera Comunale Crotone