La figura della Guida Ufficiale del Parco è quella di un ‘interprete’, qualcuno che sappia condurre il visitatore per mano illustrando le specificità ecologiche, sociali e naturalistiche di un’area protetta. Non si tratta tra l’altro di un lavoro, ma per così dire di un ‘distintivo’, un corso di qualificazione che si limita ad attestare la preparazione in queste materie di un particolare gruppo di persone.
Per fare la Guida Ufficiale sono infatti richiesti un livello elevato di preparazione e una accurata e approfondita conoscenza delle caratteristiche del Parco, nonché unapredisposizione al contatto con il pubblico ed una capacità di innovazione e inventiva che permetta di ‘fornire’ queste informazioni in maniera non noiosa e meccanica, ma avvincente e accattivante.
Ma poter fare la Guida, pur non costituendo un lavoro a tempo pieno, rappresenta nondimeno per lepopolazioni residenti all’interno dell’area protetta anche un modo in più per poter rimanere sul territorio, un incentivo affinché si ‘inventino’ da sé una attività che finisca poi per concorrere allo sviluppo economico dell’intera zona.
Proprio in questa ottica durante l’ultimo concorso per “Guida Ufficiale del Parco Nazionale della Sila” la Direzione del Parco ha deciso, a concorso bandito da appena due giorni e accogliendo le numerose richieste giunte in merito, di eliminare il limite di età, fissato in un primo momento a 35 anni; e successivamente, in virtù dello straordinario numero di istanze di partecipazione pervenute, molto superiore a quanto poteva prevedersi basandosi sulle passate esperienze, e dell’elevato livello di preparazione dimostrato dai candidati di estendere la soglia di ammissione al corso da 25 a 35 persone in totale.
Che ora il Parco in generale e la sua Direzione nello specifico vengano attaccati per aver cercato di dare una opportunità – oltretutto purtroppo modesta visto che non si tratta come detto di un ‘posto di lavoro’, ma solo di una certificazione – a quante più persone possibile sembra francamente qualcosa che può succedere solo in una terra come l’Italia, dove la politica è oramai spesso ridotta a invettiva polemica contro il bersaglio di turno indipendentemente dalla fondatezza di qualunque argomentazione.
Il Parco Nazionale della Sila nonostante tutto continuerà ad andare dritto per la sua strada, lavorando senza sosta per la protezione delle nostre foreste e la nostra terra – basti pensare alla candidatura in corso a Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, al riconoscimento come Area MaB (Man and the Biosphere) Unesco, aiprogetti di monitoraggio delle specie selvatiche, all’educazione ambientale e al costante supporto agli operatori del territorio – continuando ad investire nelle zone che ricadono nel perimetro della sua area.