Livio ha dieci anni e un sorriso dolcissimo. Oggi, pur non vedendo, riesce a fare nodi scorsoi e persino a portare una barca a vela. “A un anno e tre mesi è stato colpito da meningite, riportando diverse conseguenze, tra cui la principale è stata la perdita della vista. Immaginate per un bimbo così piccolo improvvisamente non vederci più cosa significhi. E cosa significhi per tutta la sua famiglia. Ora ha dieci anni, va a scuola, ha molti amici e una vita felice. In parte credo sia anche merito dello sport, che lo ha aiutato e lo sta ancora aiutando nel suo lungo cammino di riabilitazione psicomotoria”. A parlare è Andrea Costa, lo zio di Livio, da sempre si è dedicato a spingere il nipote verso le attività fisiche. E quindi il nuoto, dove ha imparato persino a tuffarsi dal bordo piscina, l’equitazione, l’arrampicata e la vela. “Livio frequenta la scuola di vela Mal di Mare da tre anni – spiega il direttore della scuola e pedagogista Mauro Pandimiglio – e all’inizio abbiamo cercato di metterlo a suo agio facendogli fare attività che lo fanno star bene, più che trasferirgli nozioni. Poi quest’anno abbiamo visto che potevamo spingerci e lo abbiamo messo su una barca insieme a un’altra ragazzina, bendata e quindi non vedente anche lei. Anche stavolta Livio ci ha stupiti: è riuscito a portare la barca da una boa sonora all’altra, orientandosi con il vento e virando al momento giusto!”.
Alla scuola di vela, che ha sede a Pescia, vicino l’Argentario, si organizzano campi di una o due settimane aperti a bambini di tutti i tipi. Non si va solo per imparare a navigare sfruttando i venti, ma si condividono spazi, giochi, cibi, letture. “Credo sia molto importante – sottolinea Andrea – che bimbi con una disabilità facciamo esperienze fianco a fianco con chi queste disabilità non ne ha, perché è un modo per uscire tutti arricchiti”. Prossimo step per la scuola di vela è concentrarsi sulla striscia di confine tra acqua e terra, così fertile da attrarre per millenni l’uomo: obiettivo del progetto la “Cura del mare”, finanziato attraverso la Piattaforma Oso-Ogni Sport Oltre, promossa dalla Fondazione Vodafone, spiega Pandimiglio, “sarà far sviluppare ai ragazzi che partecipano ai campi vela, oltre a competenze marittime anche conoscenze legate alla coltivazione della terra e alla produzione dei suoi frutti”. Per saperne di più sugli altri progetti sostenuti da Oso, la prima piattaforma digitale dedicata interamente a sport e disabilità, tutte le informazioni sono a questo link (www.ognisportoltre.it).
Livio, a 10 anni non vede ma riesce a portare una barca
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