Nella messa a punto del nuovo sistema dei dazi antidumping che si applicherà anche alla Cina e su cui è in corso un difficile negoziato con Consiglio ed Europarlamento, “bisogna rispettare le regole del Wto”. Sono i paletti fissati dal vicepresidente della Commissione Ue per la crescita Jyrki Katainen, nonostante la richiesta da parte degli eurodeputati di non far pesare sulle imprese europee l’onere della prova del dumping compiuto dalle imprese di Paesi terzi. “E’ vero che ci sono alcune questioni che preoccupano gli eurodeputati” ma, ha sottolineato Katainen in un incontro con alcuni giornalisti a cui l’ANSA ha partecipato, “in generale la nostra proposta è basata sull’analisi legale delle opportunità offerte dalle regole del Wto, quindi il nostro metodo di calcolo deve essere compatibile con quello del Wto e non consente qualsiasi cosa”. Altrimenti a pagare saranno le stesse imprese, una volta che si troveranno a perdere le cause davanti al Wto.
“Sarebbe facile mettere in piedi la soluzione perfetta che tiene la strada per due settimane, ma poi ci troveremmo a perdere davanti al Wto, e se il nostro metodo di calcolo è sbagliato saranno le stesse imprese a dover pagare di tasca loro”, per questo, ha avvertito il vicepresidente della Commissione, “è meglio avere un sistema che sia sostenibile e che protegga realmente i nostri interessi invece di immaginare di poter ottenere tutto quello che si vuole”. Il prossimo round negoziale tra Consiglio, Parlamento e Commissione, dopo il niente di fatto di martedì, ha comunque assicurato Katainen, “mi aspetto avverrà abbastanza presto, ma dobbiamo ancora chiarire alcune questioni”.
“Le questioni cui fa riferimento il vice presidente della Commissione Europea Katainen non preoccupano solo i parlamentari ma, preoccupano soprattutto le imprese e cittadini europei. Abbiamo fatto troppo poco in passato per difenderci contro la concorrenza sleale e la posizione del Parlamento Ue, ferma nel sostenere di non far pesare l’onere della prova di un comportamento scorretto sulle imprese europee, ha il pieno e convinto sostegno dell’Italia”. Così il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Per questo “ci attendiamo che le discussioni attualmente in corso a Bruxelles tra Parlamento Consiglio e Commissione portino a un netto miglioramento del testo sul cosiddetto ‘MES Cina’. Il nostro Paese, conducendo una battaglia spesso di avanguardia, ha contribuito a migliorare, rispetto ad una iniziale proposta inadeguata, la bozza di Regolamento adottata dal Consiglio che tuttavia ancora non risponde pienamente alle esigenze dell’industria e dei lavoratori europei”. In questo contesto “la posizione espressa dal Parlamento Europeo con il suo voto – conclude il ministro – appare certamente la più equilibrata e può contare sul pieno sostegno dell’Italia”.
“Katainen si metta l’animo in pace: il gruppo S&D non accetterà mai di riconoscere alla Cina lo status di economia di mercato. In ballo non ci sono oscure arguzie giuridiche ma il futuro dell’industria europea”. Così il presidente dei Socialisti al Parlamento europeo, Gianni Pittella, ha reagito alla posizione espressa oggi dal commissario Ue alla crescita, Jyrki Katainen, sul nuovo sistema antidumping destinato a tutelare le imprese europee da pratiche di concorrenza sleale da parte di aziende cinesi e non solo. “Sia altresì chiaro – ha aggiunto Pittella – che senza una rigorosa metodologia antidumping, il negoziato in atto non si concluderà. Il Parlamento europeo é unito e non arretrerà di un millimetro”. L’ultimo round di trattative tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue per trovare un compromesso sul testo delle nuove norme antidumping si è concluso martedì scorso con un nulla di fatto. Ora è in corso un braccio di ferro che vede l’Italia in prima linea per arrivare a un testo che salvaguardi sufficientemente gli interessi nazionali ed europei.