Italia, Lussemburgo, Polonia, Slovacchia e Slovenia sono i primi Paesi Ue a dare il proprio contributo all’iniziativa della Banca europea per gli investimenti (Bei) per la ‘Economic resilience initiative’ (Eri), un programma d’investimento che aiuta a far fronte alla sfida migratoria, creando occupazione nei Paesi del vicinato meridionale e nei Balcani occidentali, soprattutto per giovani e donne. Si legge in una nota della Bei.
La Polonia e l’Italia sono i principali donatori con un’offerta rispettiva di 50 e 45 milioni di euro. Seguono la Slovacchia (2 milioni), la Slovenia (0,5 milioni) e il Lussemburgo (0,4 milioni di euro). Nell’ambito dell’Eri, la banca dell’Ue aumenta di 6 miliardi di euro i finanziamenti previsti nelle due regioni nel periodo 2016-2020, stimolando investimenti aggiuntivi per 15 miliardi. A questi nuovi finanziamenti della Bei si aggiungono 7,5 miliardi di euro già programmati in precedenza. I contributi servono per un fondo fiduciario speciale Eri per accrescere gli investimenti nel settore privato e nelle infrastrutture essenziali.
L’iniziativa affianca il piano per gli investimenti esterni dell’Ue. “I contributi di questi cinque Paesi ci consentono di accelerare immediatamente gli sforzi nel quadro di una risposta comune dell’Unione alle sfide costituite dallo sfollamento forzato e dalla migrazione. Gli investimenti in ambito Eri vogliono dare uguale speranza e opportunità a rifugiati, migranti e popolazioni locali”, spiega il vicepresidente della Bei Dario Scannapieco, responsabile dell’iniziativa Eri.