«Il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, non può limitarsi a parole impotenti e di pura circostanza». Lo afferma, in una nota, il deputato M5s Paolo Parentela, a proposito del commento del ministro Martina sui recenti arresti, ad Amantea (Cs), per sfruttamento di rifugiati, provenienti soprattutto da Nigeria, Gambia, Senegal e Guinea Bissau, che secondo la Procura di Paola venivano prelevati nei pressi del Centro di accoglienza “Ninfa Marina” e poi sfruttati come braccianti agricoli. «Con il collega 5stelle Massimiliano Bernini – aggiunge il parlamentare 5stelle – nell’aprile scorso avevamo presentato una specifica interrogazione, chiedendo anche al ministro dell’Agricoltura quali iniziative concrete fossero state assunte per migliorare l’accoglienza dei braccianti stranieri e per potenziare i centri per l’impiego pubblici in ordine a domanda e offerta di lavoro in agricoltura». «Avevamo peraltro chiesto – prosegue il parlamentare – se fosse operativo e con quali risultati il gruppo di coordinamento e controllo in materia di lotta al caporalato, previsto da un protocollo sperimentale sottoscritto da Martina e dall’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano, nonché i risultati della legge, dell’ottobre 2016, sullo sfruttamento del lavoro in agricoltura e sul riallineamento retributivo». «È dunque posticcio – conclude il deputato 5stelle – lo sgomento di Martina per quei migranti sfruttati ad Amantea, dal momento che sono pressoché ferme le politiche per il lavoro dei rifugiati».
Calabria, sfruttamento rifugiati, Parentela (M5S): “Posticcio lo sgomento del ministro Martina”
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