Studenti, professori e movimenti civici all’Università della Calabria animeranno un dibattito pubblico sul paradossale e sconvolgente fenomeno della distruzione del territorio in nome dell’energia rinnovabile.
La società civile calabrese sta chiedendo l’adozione di meccanismi trasparenti e inclusivi per la partecipazione dei territori alle decisioni sulla produzione energetica, in questo percorso ha costruito un rilevante appuntamento: un dibattito pubblico preceduto da relazioni di esperti, fissato per il 22 aprile 2024 alle ore 17,30 che si svolgerà presso il Dipartimento DIBEST dell’Università della Calabria di Arcavacata di Rende.
I rapporti tra le ragioni di mercato e i diritti fondamentali dell’uomo (in mezzo ai quali si annovera la buona salute della biosfera) sono arrivati da tempo allo scontro frontale, e in questo pericoloso scenario bellico la politica dei politici si è trasformata nel mestiere di chi invece di governare i territori ne amministra la distruzione, favorendo il feroce saccheggio di beni comuni e pubblici a tutto vantaggio di forze economiche transnazionali.
Nonostante la crisi ecologica e l’esplosiva concentrazione delle risorse in ambiti sempre più ristretti cresce ogni giorno – secondo le parole autorevoli di Salvatore Settis – l’erosione dei diritti, si consolida la struttura autoritaria dei governi, la loro funzione ancillare rispetto ai centri del potere finanziario e bancario, “stanze dei bottoni” totalmente al di fuori di ogni meccanismo democratico di selezione, al riparo da ogni controllo, al di sopra di ogni regola, di ogni legalità, di ogni sanzione.
Mai nella storia l’umanità è stata di fronte a una alternativa così radicale: o cambiare profondamente i valori della sua civiltà o perire. Per affrontare debitamente il nostro tormentato presente senza subire il degrado dell’etica e dei comportamenti collettivi che lo appesta è sempre più urgente – riportiamo ancora le valutazioni di Settis – che i cittadini si impegnino “in quanto tali” … in una riflessione alta, non macchiata da personali interessi, sui grandi temi del bene comune, dei diritti della persona, della costruzione del futuro per le nuove generazioni.
Un confortante segnale della presenza in Calabria di una prassi politica come libero discorso da cittadino a cittadino (un discorso sulla polis, dentro la comunità dei cittadini e a suo beneficio) è appunto l’iniziativa “Energia pulita o energia sporca?”, che si svolgerà a Rende presso l’Università di Arcavacata (Aula 5b3, Dipartimento DIBEST), il 22 aprile a partire dalle ore 17:30.
Tutto nasce dalla volontà convergente di studenti, intellettuali e movimenti civici di alimentare, come recita il sottotitolo della locandina, la riflessione collettiva sul bilancio ecologico degli impianti per la produzione di energia rinnovabile, in un contesto in cui il Mezzogiorno d’Italia è stato ridotto ad hub per la produzione energetica, a mero supporto per le esigenze e i guadagni di un settore, come se fosse possibile ignorare la sua natura di ambiente vitale necessario ai suoi abitanti.
Questa impostazione coloniale della cosiddetta transizione energetica è contrastata a tutti i livelli dal Coordinamento regionale Controvento, cartello di associazioni e singoli di tutte le province calabresi, vero e proprio movimento di resistenza civile e consapevolezza ambientale, impegnato nella tessitura di alleanze e interazioni in tutti i settori della società.
Il 22 aprile si coglieranno alcuni frutti maturi di questa ricerca, nel fertile terreno comune in cui si sono ritrovate le associazioni studentesche RDU (Rinnovamento Democratico Universitario) e Leonardo per l’Ingegneria e intellettuali del calibro di Alberto Ziparo (docente di Urbanistica dell’Università di Firenze e prestigioso membro della Società dei Territorialisti e delle Territorialiste), Piero Polimeni (Ingegnere di NET – Polo di Innovazione “Ambiente e Rischi Naturali”) e Giuseppe Bombino (docente presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, già Presidente del Parco Nazionale dell’Aspromonte).
La seconda parte dell’incontro, successiva agli interventi dei relatori, avrà i connotati del dibattito pubblico su una grave emergenza; l’importante funzione di moderatrice sarà assolta da Claudia Mellace di RDU.