Ogni europeo spreca 179 chili di cibo all’anno, con la conseguenza di un inutile utilizzo di 1,4 miliardi di ettari di terreno e di tanta acqua quale il flusso del fiume Volga. Lo ha sottolineato il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, inaugurando il 7/o congresso internazionale dell’associazione che a Chengdu, in Cina, ha radunato 400 delegati della rete di Slow Food e Terra Madre, giunti da 90 Paesi. All’assise è stato lanciato ‘Menu for change’, la “prima campagna di comunicazione e raccolta fondi internazionale – annuncia Slow Food – che mette in relazione cibo e cambiamento climatico”.
“Il riscaldamento globale – ha detto Petrini – è ormai una realtà e la produzione di cibo e la sua distribuzione incidono per un quinto sulla ‘febbre’ del Pianeta”. Partendo da questo dato, Slow Food a cambiare stili alimentari: “A partire dal cibo – spiega John Kariuki, vicepresidente della Fondazioen Slow Food per la Biodiversità – ognuno di noi può frenare il fenomeno del global warming. Con la promozione dell’agroecologia, la tutela della biodiversità, stando a fianco dei produttori sul campo, con l’educazione alimentare e ambientale”.