Un Cineteatro Odeon straripante di gente ed entusiasmo ha accolto Antonio Decaro, sindaco di Bari, presidente Anci e candidato alle Elezioni Europee per il Partito Democratico nella Circoscrizione Sud. Ad accoglierlo il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ed i rappresentanti del partito ad ogni livello, con in testa il segretario regionale, Nicola Irto, ed il provinciale Antonio Morabito. In platea decine di sindaci ed amministratori dei Comuni, rappresentanti di associazioni, sindacati e organizzazioni di categoria, di tutto il comprensorio metropolitano.
Sul palco è stato proprio Giuseppe Falcomatà a tributare l’abbraccio più grande «ad Antonio, amico di Reggio, dei reggini e di tutto il Mezzogiorno d’Italia». «L’Europa che ci serve – ha detto Falcomatà – è quella dei popoli, del Manifesto di Ventotene, che realizzi il sogno di Altiero Spinelli e David Sassoli». Nel rinnovare un caloroso «bentornato a Reggio», il sindaco si è rivolto ad Antonio Decaro per ricordare come, in questi anni, «abbiamo condiviso momenti importanti per lo sviluppo della città». «Ci sei stato accanto nei momenti difficili – ha continuato – hai ricordato, insieme a noi, persone che hanno fatto questa città non solo grande, ma bella e gentile. La nostra è una storia condivisa diventata storia in comune. Siamo orgogliosi di ritornare ad accogliere una persona onesta, coraggiosa, competente che ha cambiato il volto ed il destino della sua città e che ha rappresentato più di ottomila sindaci italiani senza distinzioni e senza barattare interessi per il proprio territorio».
«In Europa – ha aggiunto Falcomatà – abbiamo bisogno di avere una persona come Antonio Decaro, soprattutto in un momento storico drammatico per il Paese e, in particolare, per il Sud che rischia di morire sotto la scure dell’Autonomia differenziata e dei tagli alle agevolazioni fiscali per chi vuole investire e resistere nel Meridione. Il Governo, invece, sostiene che l’autonomia differenziata sia utile per responsabilizzare gli amministratori meridionali. Ecco, qui sindaci, quei consiglieri regionali e comunali non hanno bisogno di essere responsabilizzati, ma accompagnati e sostenuti perché amministrano territori di frontiera. Sono persone abituate a conoscere la fatica e che sanno cosa significhi alzarsi ogni giorno per provare a risolvere i problemi della gente e migliorarne la qualità della vita. E lo fanno, spesso, in Comuni in dissesto, senza un soldo né condizioni minime necessarie a poter garantire i servizi, con poco personale e con milioni di problemi. Lo fanno, ma senza abbassare mai la testa a ‘ndrangheta, alla criminalità criminalizzata e agli interessi personali. Quello che hai fatto a Bari è un esempio per tutti noi. Viviamola nel miglior modo possibile questa campagna elettorale, una sfida di coraggio e di bellezza».
Quella di Giuseppe Falcomatà è la stessa Europa che Antonio Decaro ha in testa, «un’Unione solidale, accogliente votata alla pace e alla fraternità». Un’Europa dei sindaci dove «i territori possano avere voce nei luoghi che contano e decidono». «L’Europa di Ventotene, citata da Falcomatà», ha detto il presidente Anci nel rimarcare la formidabile esperienza di accoglienza che Bari ha riservato al popolo albanese negli anni ’90. «Ci fu, allora, un sindaco – ha ricordato – che andò contro tutto e tutti, aprendo le porte a gente che, in noi, vedeva l’unica speranza. Non è, certo, il pensiero dei nazionalisti, di chi, come quelli che governano l’Italia, respingono piuttosto che includere». «Un sindaco del Pd – ha proseguito Decaro – può anche perdere le elezioni, ma non può certo perdere la dignità».
Nel suo intervento, il sindaco di Bari ha celebrato l’Europa che «ci ha teso la mano in un momento catastrofico qual è stato quello del Covid e del post pandemia, grazie ai fondi Pnrr che Meloni e Fitto non volevano. Non ci dimentichiamo che loro, quei finanziamenti straordinari, non li hanno votati». E’ fortemente critico, dunque, con un Governo che spinge per l’autonomia differenziata, «una manovra che spacca il paese, riduce le risorse e abbandona definitivamente il Sud al suo destino». «Noi – ha concluso Antonio Decaro – abbiamo lottato e continueremo a lottare, come amministratori, per evitare che questo possa accadere».