Si è discusso nuovamente della “Questione meridionale a Bruxelles. Cosa è cambiato e cosa può cambiare”. L’evento si è svolto lunedì 27 a Lamezia Terme, alla presenza dei candidati alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, Rosa D’Amato, per Alleanza Verde e Sinistra e Pasquale Tridico, per il M5S.
L’appuntamento è stato promosso dall’intergruppo parlamentare “Sviluppo Sud aree fragili e isole minori“, in rappresentanza del quale è intervenuto, per le conclusioni, Sabatino Nocerino, il presidente della Commissione 6 (Trasporti, infrastrutture e costruzioni), Sabatino Nocerino. che ha messo insieme 52 parlamentare di tutti gli schieramenti politici.
Estendere un progetto con questa struttura e le stesse finalità, allargate alla situazione Europea, è una proposta fatta da Rosa D’Amato durante l’incontro. Più nello specifico si tratta di promuovere l’istituzione di un intergruppo parlamentare europeo che si occupi delle questioni “meridionali” che vi sono, e se vi sono, anche negli altri paesi europei. Ossia rendere la questione meridionale da affrontare effettivamente a livello europeo.
Ad introdurre i lavori è stata Cinzia Lamberti e con la quale esattamente 5 anni fa era stato organizzato un evento sullo stesso tema a Villa Caristo e Pazzano (RC). Anche in quella occasione era presente Rosa D’Amato. La Lamberti si è soffermata sull’importanza che ha avuto il Sud nell’Italia facendo un richiamo alla protoindustria esistente in Calabria prima dell’Unità d’Italia, e di cui i suoi discendenti furono per protagonisti.
È intervenuta Rosella Cerra, membro dell’intergruppo e conduttrice dell’evento. La Cerra ha precisato che ancora oggi abbiamo da sottoporre all’Europa la “questione Meridionale”, a circa 10 anni di distanza da quando è stata portata la petizione alla Commissione Petizioni a Bruxelles, con la richiesta della applicazione della clausola del 34%. Ora abbiamo questa legge ma tuttora non viene rispettata. Chiediamo quindi ancora una volta, un impegno preciso per riportare all’attenzione dell’Europa la Q.M per darle una impronta europea.
Anche Rosario Condarcuri, conduttore dell’incontro e direttore della testata La Riviera, ha ricordato come dalla Calabria siano uscite molte espressioni dell’imprenditorialità, della cultura, della politica a livello globale.
Nel suo intervento, Tridico si è soffermato anche sull’importanza della clausola del 34%, perché effettivamente significherebbe un aumento sostanziale di risorse per le spese in conto capitale ossia effettivamente per lo sviluppo del Sud. Si è fatto quindi anche lui carico di “riportare” la QM a Bruxelles. Anche sull’autonomia differenziata ha rimarcato che tale provvedimento dividerebbe ancora di più l’Italia, cristallizzando le disuguaglianze, riducendo le entrate dello Stato per la ridistribuzione delle risorse. Verrebbe sottratto circa il 30% del bilancio dello Stato con il trattenimento del “residuo fiscale”.
La D’Amato ha inoltre precisato che la Comunità Europea è stata da loro già interrogata ed ha bocciato la AD e nella raccomandazione al Governo italiano dice chiaramente che la riforma creerebbe aumento delle disuguaglianze e problemi nei conti pubblici. Aggiunge che occorre una direttiva UE sui servizi e beni comuni.
Nelle sue conclusioni, Sabatino Nocerino ha parlato dell’importanza delle infrastrutture e anche delle piccole e medie imprese che costituiscono un ampio settore delle attività produttive del Sud. Che è quindi sempre meno competitivo e sempre più tartassato. Una riflessione sulle banche e sui tassi di deposito delle piccole imprese praticato dalle banche nelle regioni del Nord sono oltre il triplo rispetto al mezzogiorno: si va da 0,78 % di realtà come Trento e Bolzano allo 0,24 % di Catanzaro. Relativamente alle infrastrutture precisa che due i enti che possono finanziare il Sud sono le Ferrovie dello Stato e l’ANAS, ma non si riesce a mettere in campo le risorse necessarie. Maggiori comunque per le autostrade, in quantità superiore al Centronord, e minori per le strade, in quantità maggiori al Sud.
La Questione Meridionale che questo Governo vorrebbe cancellare con l’AD, rimane invece ancora aperta, e, ancora una volta, si chiede l’intervento dell’Unione Europea.