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Calabria, il Pd contesta Occhiuto sulla base del rapporto 2023 di Bankitalia: “Disoccupazione alle stelle, economia ferma, famiglie in ginocchio. Basta suonare la cetra”

Redazione

«Il presidente Roberto Occhiuto risponda a questo doppio allarme della Banca d’Italia: in Calabria il tasso di occupazione è inferiore di 17 punti percentuali rispetto a quello nazionale e nel 2023 l’economia della regione è cresciuta molto meno del biennio precedente, segnato dalla pandemia». Così, il Partito democratico della Calabria, guidato dal senatore Nicola Irto, commenta l’ultimo report della Banca d’Italia sui dati economici dell’anno scorso. «Il quadro ricostruito dalla Banca d’Italia – attaccano i dem calabresi – è impietoso. Perciò il governo regionale di centrodestra e la relativa maggioranza non possono rifiutare l’assunzione delle loro responsabilità e hanno il dovere di fare i conti con la realtà e la verità. Siamo abituati al comportamento di Occhiuto, che racconta la Calabria come il Paese dei balocchi. Ma è irresponsabile suonare la cetra e incitare al ballo, quando la crisi economica avanza e crea emigrazione e spopolamento, condizioni su cui il governo Meloni fa leva per tagliare i servizi e sponsorizzare l’autonomia differenziata, tremenda per il Sud». «Il centrodestra della Calabria – proseguono i dem – deve confrontarsi subito con le forze sindacali e con le rappresentanze delle imprese. La Banca d’Italia ci dice che in Calabria la disoccupazione galoppa, l’economia langue, le famiglie hanno perduto ulteriore potere di acquisto e hanno grosse difficoltà di accesso al credito. Ci dice, poi, che il settore terziario è in sofferenza e l’agricoltura è in ginocchio per via dei cambiamenti climatici. Anche su quest’ultimo, gravissimo problema il governo regionale – concludono i dem calabresi – non ha visione né prontezza. In estate, purtroppo, agricoltori e operatori turistici ne subiranno le conseguenze. A fronte dell’annunciata carenza idrica, infatti, la Regione di centrodestra ha pensato soltanto a feste, parate, tv e propaganda».

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