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I RIFIUTI A CROTONE NON SI LASCERANNO IN MEZZO AL MARE A DUE PASSI DAL FIUME ESARO.

Redazione

Si potrebbe discutere su chi e sul perché si è autorizzata, negli anni 80, l’attivazione e la
permanente giacenza di quelle mega discariche di rifiuti pericolosi a ridosso della spiaggia di
Crotone a pochi metri dalle acque del fiume Esaro; attualmente però, a mio avviso, è
prioritario che i Cittadini e gli abitanti della città di Crotone pretendano, in diritto, che il
milione (poco più o poco meno) di rifiuti pericolosi e non, venga rimosso al più presto e in modo
tecnicamente sicuro, dalla spiaggia antistante il mare di Crotone e che venga conferito nelle
discariche pubbliche o private autorizzate dalla legislazione internazionale, europea e
nazionale vigente, recepita e attuata seguendo le norme, dalla Regione Calabria.
Gli impianti di trattamento e conferimento dei rifiuti solidi e liquidi, devono essere costruiti a
norma di legge; devono essere collaudati, certificati, controllati e sorvegliati per la salute della
popolazione residente o dimorante temporaneamente in quei luoghi.
Bisogna comprendere che gli impianti di trattamento e depurazione dei rifiuti liquidi e solidi
urbani, industriali e ospedalieri, i termo inceneritori e valorizzatori, autorizzati e certificati
sicuri, presenti sul territorio sul territorio italiano, della Calabria e di Crotone, servono proprio
a questo fine; quello di non lasciare tali materiali incustoditi, abbandonati in modo
incontrollato e pericoloso per l’ambiente e per chi in quell’ambiente vive.
Per la scienza dell’Economia Circolare, non esistono i rifiuti, ma solo i residui dei processi di
produzione industriale e i residui dei processi di consumo, da valorizzare e trasformare in
sottoprodotti energetici sostenibili ai fini ambientali per la biodiversità e gli ecosistemi.
Realizzare abusivamente micro o grandi depositi incontrollati di rifiuti solidi urbani e
industriali, in mezzo ai terreni agricoli, ai margini delle carreggiate stradali, vicino alla spiaggia
e rive dei fiumi, non è una pratica condivisibile, degna delle persone e società civili.

Così come i malati vanno curati e assistiti nelle strutture sanitarie e ospedaliere pubbliche e
private che siano, i rifiuti liquidi e solidi, urbani e industriali, pericolosi e speciali, pericolosi con
e senza Tenorm e Amianto, devono essere conferiti nelle infrastrutture di trattamento e
conferimento sicuri, autorizzate a norma di legge.
Tutto questo dovrebbe sembrare ovvio, ma spesso non lo è!
Tutti vorrebbero che i rifiuti, residui dei prodotti alimentari di consumo e scarti residuali dei
processi imprenditoriali, aziendali e industriali, venissero trasferiti in luoghi lontani dalla
propria casa.
Quest’effetto, detto “nimby”, conseguenza di un naturale dissenso psicologico dell’essere
umano di allontanare rischi e pericoli più lontani possibili dalla propria casa e territorio, va
bilanciato ponendosi questa domanda: che fare dei rifiuti assoggetti alla raccolta differenziata,
delle acque reflue urbane e industriali contaminate prodotti nel proprio territorio?
Ora occorre decidere e ragionare assieme, con spirito costruttivo e per l’esclusivo bene dei
cittadini di Crotone e dintorni, su quale sia o possa essere l’alternativa agli attuali sistemi di
trattamento, depurazione e conferimento, dei residui delle attività industriali, commerciali,
aziendali, imprenditoriali, lavorativi, casalinghi, (c.d. beni economici circolari) da valorizzare a
beneficio dell’ambiente, della biodiversità e gli ecosistemi a difesa e garanzia delle generazioni
future.
Meglio contenere il rischio con il conferimento in discariche autorizzate e controllate o
lasciare, a due passi dal mare, tonnellate di rifiuti pericolosi che da decenni, incontrollati,
contaminano gli ecosistemi e danneggiano la salute umana?

(Emilio Errigo, Commissario Straordinario Delegato di Governo del SIN Crotone – Cassano e
Cerchiara di Calabria)

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