“La denuncia puntuale e circostanziata fatta ieri dal presidente regionale dell’Aned, Pasquale Scarmozzino, a cui si è aggiunto il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi, ha messo in luce un quadro allarmante riguardante le carenze dei servizi destinati ai pazienti nefropatici calabresi. La chiusura di reparti, come lo Spoke di Rossano, la soppressione o limitazione del servizio di dialisi e la mancanza di dispositivi accessori rappresentano una situazione critica che non può essere ignorata”. È quanto afferma la consigliera regionale del Partito democratico, vice presidente della Commissione sanità in Consiglio regionale, Amalia Bruni.
“Si potrebbe obiettare che questo è solo uno dei tanti problemi che affliggono la sanità calabrese: lo stillicidio di criticità e denunce che occupano in maniera drammatica le cronache quotidiane dei giornali cartacei e on line testimoniano quanto quella del risanamento di questo sistema sanitario rischia di restare una vana speranza – afferma ancora Bruni -. Tuttavia, per quanto ci riguarda, non ci rassegneremo mai a un declino irreversibile della sanità calabrese. È evidente la strategia, mai dichiarata apertamente, ma attuata nei fatti, di un costante indebolimento della sanità pubblica, con veri e propri travasi verso la sanità privata. Quanto sta avvenendo nei reparti e nei servizi nefropatici ne è una prova lampante”.
“Questa mattina ho formalmente richiesto alla presidente della commissione sanità l’audizione in commissione della struttura commissariale e della presidenza regionale Aned per discutere quanto sta avvenendo nei reparti di nefrologia e nei servizi di dialisi in Calabria”, afferma ancora Bruni.
“Non possiamo permettere che i pazienti nefropatici calabresi continuino a subire tali disservizi. La salute pubblica deve essere una priorità assoluta, e il nostro impegno continua ad avere come priorità la garanzia che tutti i cittadini abbiano accesso a cure adeguate e di qualità”, conclude la consigliera Amalia Bruni.