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“Rigenerare Arghillà”, il sindaco Falcomatà: «Il lavoro di sinergia istituzionale è la base per arrivare a un patto di comunità»

Redazione

Siglato a Palazzo San Giorgio, alla presenza del Prefetto Clara Vaccaro, l’accordo tra il Comune, il Consorzio Ecolandia e la Chiesa Valdese per interventi da quasi due milioni di euro grazie all’8 per mille alla Chiesa Valdese

“Rigenerare Arghillà, costruire comunità” grazie al progetto F.A.T.A. che vede insieme il Comune di Reggio Calabria, il Consorzio Ecolandia e la Chiesa Valdese e alcuni partner territoriali: l’associazione ACE Medicina Solidale, Azimut, l’ASD Arghillà, il Coordinamento di Quartiere di Arghillà, l’associazione FARE ECO e la cooperativa sociale Rom 1995.

Nella sala dei Lampadari “Italo Falcomatà” di palazzo San Giorgio è stato siglato l’accordo di partenariato alla presenza del Sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, del Prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, del presidente del Consorzio Ecolandia, Giuseppe Minniti e Alessandra Trotta per la Chiesa Valdese, con la moderazione di Laura Cirella. Il consorzio Ecolandia, dallo scorso mese di aprile, è capofila del Progetto F.A.T.A. (Fuoco, Acqua, Terra, Aria) sostenuto dai fondi dell’8 per mille della Chiesa Valdese, il più grande che abbia mai finanziato in Italia, un progetto imponente che prevede una serie di importanti azioni di rigenerazione sul quartiere di Arghillà.

«Come Amministrazione – ha chiarito il sindaco Falcomatà – abbiamo sempre pensato che i problemi strutturali non si possono risolvere con soluzioni facili e provvedimenti immediati, ma vanno date soluzioni strutturali che richiedono tempo e programmazione ed un contributo da parte di tutti, a cominciare dalla stessa comunità. Il lavoro di sinergia istituzionale è alla base per arrivare a un patto di comunità e, allo stesso tempo, ci deve essere il coinvolgimento di quelle realtà e associazioni che quel quartiere lo vivono ogni giorno. Quando parlo di soluzioni strutturali penso alle attività che in questi anni l’Amministrazione comunale ha messo in campo a partire dalla strategia dei Pinqua, al Centro di medicina solidale Ace, all’asilo nido che si sta realizzando, alla rimozione delle carcasse che riempivano il campo di calcio che avevamo da poco riqualificato. Penso anche alla realizzazione delle quaranta vie nel quartiere di Arghillà, laddove prima c’erano solo i comparti, oggi non solo le vie hanno un nome ma è ben visibile grazie alle targhe della toponomastica».
«Alcune cose sono andate bene, altre meno bene – ha aggiunto nel suo intervento il primo cittadino – mi riferisco al recupero della piazza don Italo Calabrò, in cui l’Amministrazione ha investito diverse migliaia di euro per la bonifica e la riqualificazioni e oggi purtroppo è tornata a essere una discarica. È la dimostrazione che non bisogna mollare la presa. Il protocollo di oggi è il tassello di una strategia più ampia, che trova origine in una delibera di giunta del 2020 una sorta di patto tra gli attori in causa, è la conferma di quanto insieme si possa fare tanto. Ringrazio la Chiesa Valdese che ha deciso di destinare l’8 per mille alla realizzazione di attività che andranno a migliorare la qualità della vita e il modo di vivere Arghillà, trattandosi di interventi che riguardano la realizzazione di una comunità energetica solidale, la realizzazione di un ecocompatattore, un hub del riciclo e del riuso, la sperimentazione di un sistema di riutilizzo delle acqua meteoriche, la creazione di spazi sociali, sportivi per un investimento di quasi due milioni di euro. Adesso parte l’attività esecutiva di dialogo, di coinvolgimento, di discussione, di dibattito con il territorio e da qui ai prossimi mesi inizieremo a vedere i cambiamenti che stiamo apportando e che sono stati programmati in questi anni».

Come ha sottolineato il Prefetto Vaccaro: «È un segnale concreto come tanti altri segnali che stiamo dando su Arghillà, considerata una priorità dall’Amministrazione comunale e da tutte le istituzioni. Essendo una realtà complessa e quindi le soluzioni che devono essere studiate devono coinvolgere tutti: la cittadinanza, il volontariato e il mondo del sociale che lavora in quei luoghi. È difficile dire che le soluzioni sono immediate: è un lavoro lungo e importante e quello di oggi è uno dei tasselli che vogliamo mettere insieme per questo Patto di comunità per Arghillà».

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