Negli oceani fluttuano tra 15mila e 51mila miliardi di particelle di plastica, pressoché invisibili a occhio nudo, che entrano nella catena alimentare degli ecosistemi marini e possono finire anche nel nostro piatto. A volerle mettere su una bilancia, avrebbero un peso stimato è tra 93mila e 236mila tonnellate. A lanciare l’allarme è la Rethink Plastic Alliance insieme alla Fondazione Surfrider Europe, dopo la chiusura della fase di consultazione pubblica della Commissione europea sulle microplastiche.
La grande differenza nelle stime, spiegano le organizzazioni, viene anche dalla difficoltà di misurare un fenomeno su cui le analisi sono recenti. Le associazioni chiedono all’Esecutivo di vietare l’utilizzo di questo tipo di materiale nei prodotti per l’igiene personale e i detersivi. “Spesso aggiunti a prodotti di uso quotidiano, come dentifrici o saponi esfolianti – si legge in una nota – milioni di microsfere di plastica passano attraverso gli impianti di depurazione delle acque reflue e finiscono nei nostri oceani”. Una forma di inquinamento, secondo le associazioni, “facilmente prevenibile”. La Commissione europea sta per varare una strategia sulla plastica, la cui presentazione è attesa per dicembre, che proporrà misure per limitare drasticamente l’uso delle microsfere e restrizioni sui prodotto monouso come i bicchieri di plastica.