“Il coraggio della partecipazione. Protagonisti della rappresentanza – Tra presente e passato, nuove sfide per il futuro”. Questo il titolo del IV Congresso regionale della FeLSA CISL Calabria, che si è svolto martedì 25 marzo a Falerna, all’Hotel San Giovanni, alla presenza di delegati da tutta la regione, rappresentanti delle federazioni CISL, ospiti istituzionali e del mondo del lavoro.
Un momento centrale nella vita democratica della federazione, che ha rappresentato non solo l’occasione per rinnovare gli organismi dirigenti – con la riconferma di Gianni Tripoli nel ruolo di segretario generale – ma anche per riflettere, in modo coraggioso e concreto, sui nodi strutturali del mercato del lavoro in Calabria.
“Il Congresso è per noi un passaggio essenziale di partecipazione reale – ha dichiarato Daniel Zanda, segretario generale nazionale FeLSA CISL, intervenuto a conclusione dei lavori –. È il momento per fare il punto sull’attività svolta e tracciare la rotta per il futuro. L’azione della FeLSA è tra le più complesse e all’avanguardia, perché si occupa delle forme più fragili di lavoro: somministrati, autonomi, precari, lavoratori discontinui. Dobbiamo essere ancora più vicini a queste persone, ascoltare in profondità i loro bisogni, e offrire risposte puntuali, reali, pertinenti”.
La Calabria è una delle regioni d’Italia con i più alti tassi di disoccupazione. Secondo gli ultimi dati ISTAT, il tasso complessivo si attesta intorno al 16%, mentre la disoccupazione giovanile nella fascia 15-34 anni supera il 37%. Una fotografia che racconta di una terra in cui la precarietà è spesso l’unica opzione, e da cui i giovani continuano a partire in cerca di futuro.
“Non possiamo più permetterci – ha affermato Gianni Tripoli – di mantenere sacche di precariato che alimentano la fuga di competenze e speranze. Abbiamo bisogno di lavoro vero, stabile, dignitoso. Il nostro compito è trasformare le rivendicazioni in soluzioni. Per questo chiediamo alle Istituzioni un impegno concreto: attuare tutte le misure già previste per garantire la contrattualizzazione dei lavoratori che da anni operano senza tutele nei Comuni e negli enti pubblici”.
Tripoli ha ricordato i risultati concreti ottenuti nel triennio:
– la contrattualizzazione di circa 1.800 TIS ministeriali, oggi in servizio nei Ministeri dell’Istruzione, della Giustizia e della Cultura; la stabilizzazione di 306 lavoratori della legge regionale 15/2008 in Calabria Verde, frutto di un lavoro congiunto con la Fai CISL; – l’avvio del percorso di contrattualizzazione dei lavoratori del bacino ex Legge 6/2023, tramite un progetto gestito da Fincalabra, che ha visto già 40 persone in servizio e una proroga disposta fino al 2026.
“Altre vertenze ancora aperte sono state oggetto di confronto, in particolare quella dei lavoratori ex legge 40, per cui la FeLSA CISL chiede la chiusura urgente: “Si tratta di appena 67 unità – ha evidenziato Tripoli – con fondi già disponibili e soluzioni replicabili. Non possiamo permettere che queste persone, dopo anni di lavoro, non raggiungano neppure i requisiti per la pensione”.
Un passaggio importante è stato dedicato anche ai lavoratori somministrati presso gli Uffici Immigrazione delle Questure e Prefetture, oltre 1.000 in tutta Italia. “Dopo mesi di incertezza, abbiamo ottenuto proroghe fino alle nuove gare previste entro aprile 2025 e un concorso pubblico che valorizzerà l’esperienza maturata da questi lavoratori”, ha rimarcato Tripoli nella relazione.
“Il lavoro non è solo un diritto costituzionale – ha ribadito Giuseppe Lavia, segretario CISL Calabria –. È ciò che dà senso alla vita. È dignità, è cittadinanza. E oggi, in Calabria, c’è un’emergenza sociale da affrontare con coraggio e responsabilità. La FeLSA CISL sta svolgendo un ruolo fondamentale nel costruire percorsi di stabilizzazione e legalità. Ma la Regione deve fare la sua parte, traducendo gli impegni in atti concreti”.
Il Congresso si è sviluppato su una piattaforma di valori chiari: la riaffermazione della funzione sociale del sindacato, l’impegno verso le categorie più fragili (giovani, donne, migranti, disoccupati di lunga durata), la promozione di una bilateralità efficace, lo sviluppo di un welfare generativo e non più solo assistenziale.
“La partecipazione non è uno slogan – ha concluso Tripoli –. È un metodo. È il modo con cui ogni lavoratore può sentirsi parte di un cambiamento. È tempo di costruire, insieme, una nuova stagione di diritti, tutele e opportunità. Noi siamo pronti. Con responsabilità, con passione e senza fare promesse che non possiamo mantenere. Sempre dalla parte del lavoro”.