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Lavoro: intesa 28 ‘antidumping sociale’ lavoratori distaccati

Redazione

Dopo mesi di stallo e quasi dieci ore di negoziato i 28 hanno trovato un’intesa ‘antidumping sociale’ sulla revisione della direttiva dei lavoratori distaccati, questione particolarmente sensibile per Francia, Belgio, Paesi dell’Est, Spagna e Portogallo. Il Consiglio occupazione è riuscito ad adottare una posizione comune, che ora dovrà essere negoziata con Commissione e Parlamento europeo per arrivare al testo legislativo definitivo. L’approccio che ha ricevuto il via libera dei ministri del lavoro a Lussemburgo fa passare il principio ‘paga uguale per lavoro uguale’, ovvero i lavoratori distaccati, pur continuando a versare i contributi sociali nel loro Paese, quando saranno temporaneamente inviati all’estero dovranno ricevere un salario in linea con le condizioni lavorative (salario minimo ma anche bonus e indennità) del Paese ospitante. L’obiettivo è infatti quello di eliminare il dumping sociale tra Est e Ovest, assicurando un terreno di gioco equo anche per le imprese.

Tra i punti chiave dell’intesa anche il limite a 12 mesi di distacco, estendibile a 18 ma solo su base di una notifica motivata, l’applicazione degli accordi collettivi, uguale trattamento per gli impiegati temporanei via agenzie interinali e lavoratori locali. Per quanto riguarda invece il delicato settore dei trasporti, le nuove regole si applicheranno solo quando entreranno in vigore le misure ad hoc per il settore. Ci sarà poi un periodo di transizione di tre anni per la trasposizione più un anno prima dell’applicazione della direttiva. “Dopo lunghi negoziati, c’è stato ampio sostegno al nostro compromesso” che “trova un delicato equilibrio” tra diritti dei lavoratori e libera circolazione dei servizi, ha dichiarato il ministro estone del lavoro Jevgeni Ossinovski che, in qualità di presidenza Ue, ha gestito i negoziati tra i 28. Si tratta quindi di “un importante passo avanti per l’Europa sociale”, ha dichiarato la commissaria Marianne Thyssen.

 

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