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Impianto solare dell’ospedale costruito su zona vincolata, sequestrato.

Redazione

Un impianto a concentrazione solare per la produzione di energia termicaed elettrica che riforniva l’Ospedale civile “G. Iannelli” di Cetraro ma costruito su un’area soggetta a vincolo paesaggistico, dunque di “notevole interesse pubblico”.

Per realizzarlo, pertanto, sarebbe stato necessario ottenere preventivamente l’autorizzazione paesaggistica, trattandosi di opere da eseguirsi da parte dell’Amministrazione dello Stato.

Inoltre, l’area è anche all’interno di una zona sismica (classificata 2): una Delibera della Giunta Regionale del 2004 la considera, come tutto il territorio di Cetraro, di pericolosità media, dove cioè possono verificarsi forti terremoti. Pertanto, si sarebbe dovuta richiedere, sempre per la sua costruzione, anchel’autorizzazione sismica prevista dalla legge.

Sulla base di tutto ciò è così scattato il sequestro dell’impianto. Ad eseguirlo i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, insieme ai colleghi di Paola.

Il decreto è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Paola su richiesta del Sostituto Valeria Grieco, coordinata dal Procuratore Capo Pierpaolo Bruni.

L’IMPIANTO SEQUESTRATO è costituito da 66 parabole di grandi dimensioni, fissate su delle piastre di ancoraggio; due grandi serbatoi, comunemente denominati “torri evaporative”, con i relativi assorbitori, che erano parte integrante dell’impianto; due locali al piano terra dell’ospedale; una centrale termofrigorifera, dotata di componenti idraulici e serbatoi convertitori di energia per la produzione diacqua calda e acqua fredda; il tutto installato su una superficie complessiva di tremila mq circa.

GLI ACCERTAMENTI sono stati effettuati dalla fine di giugno scorso, avvalendosi anche della competenza di Funzionari della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Catanzaro, Cosenza e Crotone.

Alla luce di quanto constatato durante il sopralluogo e i successivi controlli sono state denunciate alla Procura della Repubblica cinque persone, di cui due funzionari dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, committente dei lavori, e tre responsabili della progettazione e dell’esecuzione, ritenute responsabili, a vario titolo, di reati relativi alla normativa paesaggistica e sulla regolamentazione edilizia.

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