Ed ancora una volta, a Crotone, la dignità di molte donne viene offesa e denigrata da piatte manifestazioni di ignoranza e arroganza. Non è infatti la prima volta che gruppi organizzati esprimano soddisfazione o fierezza per l’assenza di aborti nella nostra provincia. E noi, per l’ennesima volta e per fortuna non da soli, vogliamo presentare la pericolosa drammaticità di questo dato. Parlare della legge legge 194/78 significa innanzitutto capire perché è nata, cosa accadeva prima, quali ragioni hanno portato alla sua adozione e cosa accade ancora oggi quando un territorio è sprovvisto di questa possibilità. La legge 194 non è nata per aprire polemiche ma per dichiarare una necessità, quella di chiudere anche in Italia il capitolo nero degli aborti clandestini che fino ad allora si erano consumati, con una drammatica scia di malattia e morte. È nata per volontà di un parlamento che ha inteso combattere l’aborto attraverso la lotta alle cause non agli effetti. Fu una battaglia culturale forte, perché si trattava di uscire fuori da una Italia che considerava l’aborto “reato penale contro la stirpe”. La stessa Corte Costituzionale nel 1975, tre anni prima della promulgazione della legge, con la sentenza n.27 stabiliva “la prevalenza del diritto materno alla vita ed alla salute rispetto all’embrione, pur riconoscendo a quest’ultimo il diritto alla tutela contenuta nell’art. 2 della Costituzione”.
Ci piacerebbe che i fieri promotori di striscioni si pongano queste domande prima di portare i loro cori da stadio sulle cancellate di un ospedale. Noi di Possibile crediamo che si deve porre fine a questo clima intimidatorio che le post-ideologie stanno creando. Una donna vittima di violenza non può aver paura di urlare il suo dolore e di cercarne una via d’uscita. Già in passato abbiamo affrontato questo tema, portando le istituzioni ad esprimersi. Giace infatti in parlamento una proposta di legge che la nostra deputata Beatrice Brignone ha depositato, in cui si prevede un riequilibrio della percentuale tra medici obiettori e non obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie italiane (50-50%), in modo da permettere un’effettiva applicazione della legge. Ed era l’8 Aprile 2016 quando gli Onorevoli Brignone e Maestri, in visita presso la struttura ospedaliera, chiedevano espressamente al Dr. Arena, commissario ASP di Crotone, se l’ospedale fosse attrezzato per le donne che volessero avvalersi della L.194. In quella occasione si parlò di locali da sistemare e medici da reperire. Da quella visita ne scaturì una immediata interrogazione parlamentare volta a sbloccare i fondi relativi all’edilizia ospedaliera. Vorremo ora, ad oltre un anno di distanza, sapere quali obiettivi sono stati portati a termine.