L’Unione Sindacale di Base, la Confederazione Cobas e Cib-Unicobas hanno proclamato per il 10 novembre uno sciopero generale teso a contrastare le politiche economiche e sociali del governo e per una loro radicale inversione, a cominciare dalla prossima legge di stabilità.
Per le Sigle è ormai intollerabile il persistere del blocco del rinnovo dei contratti pubblici, in particolare nel comparto scuola che vede più di un milione di lavoratori con stipendi lontanissimi dalla media europea.
Questa – per i sindacati – è una delle conseguenze dei processi di aziendalizzazione che stanno snaturando e affossando la Scuola Pubblica Statale, “così come lo sfruttamento imposto dall’alternanza scuola-lavoro e la barbara competizione voluta dalla legge 107 con chiamata diretta e bonus premiale per docenti cui viene imposta una formazione che non punta agli interessi della Scuola e degli studenti, bensì a quelli del mercato”.
Allo stesso modo è ritenuta inammissibile la “mancanza di politiche tese ad incrementare il reddito da salari, stipendi e pensioni, mentre al contempo si prosegue con le folli politiche sul lavoro mirate solo ad incrementare la precarietà, le privatizzazioni di beni comuni e di aziende pubbliche e partecipate, oltre a favorire la dismissione di aziende strategiche per il paese quali l’Alitalia e l’Ilva”.
Con questa mobilitazione generale si vogliono rivendicare inoltre nuove politiche sociali attraverso il rilancio diservizi pubblici e gratuiti, il diritto all’abitare, la messa in sicurezza del territorio, il contrasto alla xenofobia e al razzismo.
“È prioritario – affermano i sindacati – fermare la deriva autoritaria e repressiva in atto nel paese e porre termine al monopolio della rappresentanza sindacale, appannaggio esclusivo dei sindacati complici e concertativi, per estendere la democrazia sindacale nei luoghi di lavoro e per ripristinare un vero diritto di sciopero oggi negato da norme repressive e contrarie agli interessi dei lavoratori”.
Lo sciopero sarà articolato con mobilitazioni territoriali: per la Città Metropolitana di Reggio Calabria l’appuntamento è per le 10 a Piazza Italia, per un presidio cui hanno già aderito il csoa Angelina Cartella, ilcsc Nuvola Rossa, l’Osservatorio sul disagio abitativo, l’Associazione Un Mondo Di Mondi, il Cosmi, il Pci, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana, Verdi, Altra Calabria, il Sindaco di Cinquefrondi Michele Conia e il Sindaco di Riace Domenico Lucano.