Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Roberto Manno, il giovane di 25 anni appartenente alla famiglia di ‘ndrangheta radicata a Pioltello.
Il giovane, in carcere da lunedì, è stato arrestato perché ritenuto il presunto responsabile dell’esplosione di una palazzina, lo scorso 10 ottobre, per intimidire un operaio ecuadoriano di 45 anni e farsi consegnare da lui una somma di denaro nell’ambito di un prestito usurario.
Le accuse che gli sono contestate dai pm Ilda Boccassini e Paolo Storari sono di detenzione di materiale esplodente, estorsione e usura, aggravati in quanto commessi con modalità mafiose. Il ragazzo è inoltre accusato di un pestaggio a colpi di spranga ai danni di un uomo che avrebbe avuto con lui un debito di droga.
L’atto intimidatorio di qualche giorno fa, “diretto in modo non equivoco a farsi consegnare la somma di 32mila euro“, sostengono gli inquirenti, era arrivato un’ora e venti minuti dalla scadenza imposta per la consegna dei soldi. Il prestito era stato concesso al figlio dell’operaio residente nella palazzina.
Manno, incensurato, è figlio del 56enne Francesco Manno e nipote del 53enne Alessandro, attualmente in carcere perché rispettivamente condannati a 9 e 15 anni per associazione mafiosa nell’ambitodell’inchiesta ‘Infinito‘, e ritenuti i presunti capi della locale di Pioltello.