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Marrelli Hospital: il Comitato sollecita nuovamente la firma per l’apertura della radioterapia

Redazione

Non vorremmo mettere il dito nella piaga, ma siamo costretti nuovamente a farlo.
Mentre dati ufficiali certificano che la Calabria va a rimpinguare le casse delle altre Regioni italiane a discapito di quelle proprie, con dati sempre crescenti, continuano ad essere gravi e pesanti le ripercussioni sui cittadini ed i pazienti calabresi.
Vogliamo sottolineare e sollecitare, ancora una volta, il caso della Radioterapia del Marrelli Hospital che continua ad essere ferma per la sola mancanza di una firma. Tutto questo a fronte di un ingente investimento in tecnologie e risorse umane, che a distanza di due anni è ancora bloccata, mentre cresce la mobilità sanitaria passiva della nostra regione.
Qualche giorno fa il Commissario Scura ci aveva rassicurato, dicendo che alla radioterapia della struttura crotonese non si è mai opposto, e che il famoso “parere di conformità” di cui siamo in attesa, addirittura lui lo avrebbe già firmato, ma non trasmesso.
Ma allora perché non si procede? Perché lasciare in attesa ancora una struttura che potrebbe aiutare e risolvere la cura di centinaia di pazienti del nostro territorio?
Non riusciamo a trovare una spiegazione razionale e che giustifichi il fatto che molti pazienti calabresi sono costretti ad un lunghissimo e tortuoso percorso, quando, invece, potrebbero curarsi proprio nella loro regione. Come se non bastasse, la devastazione fisica e psicologica che implica ricevere una diagnosi di cancro!
Decine di pazienti ogni settimane telefonano o raggiungono la nostra struttura per informarsi sui tempi, chiedendoci: “Ma cosa manca? Ma potremmo andare a Catanzaro a manifestare? Ma potremmo fare intervenire la procura e denunciare tutto questo? La cosa che ci fa ancora più male è quando ci dicono che preferiscono lasciarsi morire, piuttosto che curarsi lontani dalla Calabria.
Tutto questo, in Provincia di Crotone, potrebbe essere evitato e fa rabbia perché è incomprensibile sapere che una “maledetta firma” potrebbe trasformarsi in un’azione “benedetta” da una comunità intera.

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