Stop alla riforma della legge 349/91 sui parchi perché rischia di “peggiorare la situazione della natura in Italia”. È l’appello che diverse associazioni ambientaliste ed esponenti del mondo italiano della cultura e della ricerca, di cui il Wwf si fa portavoce, rivolgono a Governo e Parlamento.
“La legge quadro sulle aree naturali protette (Legge 6 dicembre 1991, n. 394) ha rappresentato un punto di svolta nella tutela della natura italiana, consentendo di passare da poche aree protette ad un sistema di parchi e riserve che attualmente protegge oltre il 10% del territorio italiano. Non a caso viene considerata la ‘Costituzione delle aree protette italiane’, presa peraltro a modello da altre legislazioni”, si legge nell’appello. “Oggi, una proposta di legge in discussione al Senato intende apportare delle modifiche che finirebbero per peggiorarla pesantemente. Se è vero che dopo 25 anni qualsiasi legge necessita di una verifica e di modifiche, è altrettanto vero che il testo in discussione non risolve nessuno dei problemi evidenziatisi nella gestione delle aree protette, ma anzi finisce per aggravarli, complici numerose modifiche apportate in maniera disorganica negli anni passati”.
“Senza voler mettere in discussione l’impegno dei parlamentari che hanno elaborato il testo”, proseguono i firmatari, “dobbiamo affermare con forza che il lavoro avviato non può ritenersi completato, essendo peraltro mancato anche un iniziale momento di bilancio, esame e confronto come la terza Conferenza nazionale sulle aree naturali protette da più parti richiesta”.
L’appello è rivolto, fra gli altri, al premier Paolo Gentiloni e ai ministri di Ambiente, Giustizia, Politiche agricole, Beni e attività culturali, Sviluppo Economico e Infrastrutture.