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Presentata a Cosenza “La favola del piccolo Cisse” di Corbelli

Redazione

E’ stato presentato questa mattina, presso il Salone degli Stemmi della Provincia di Cosenza, “La favola del piccolo Cisse”, un romanzo di 200 pagine, ricco di foto, scritto da Franco Corbelli, che sarà distribuito gratuitamente in abbinamento ad un volume della casa editrice Rubbettino e che racconta la favola di un bambino ivoriano sbarcato da solo al porto di Corigliano il 15 luglio del 2017. Lapresentazione del libro è avvenuta a pochi giorni dalla consegna del bambino al suo papà.

Si tratta di una favola per bimbi e per adulti, che racconta il dramma epocale dell’immigrazione e la grande risposta data dalle Istituzioni e dallo Stato alla drammatica emergenza degli sbarchi che, tra fine giugno e metà luglio, ha toccato nella nostra regione il suo apice più alto e pericoloso. Alla presentazione del libro sono intervenuti, oltre all’autore, il Presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, il Questore di Cosenza,Giancarlo Conticchio, il Viceprefetto Vicario, Emanuela Greco, l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Corigliano, Marisa Chiurco. Ha concluso il lavori il Presidente della Giunta regionale, MarioOliverio che, prima di entrare nel merito della vicenda raccontata da Corbelli, ha voluto ringraziare quanti, istituzioni, chiesa e volontari, si sono prodigati nell’accoglienza e nei soccorsi, mostrando il vero volto della Calabria, che è quello di “una terra che accoglie”.

“Questo libro -ha detto Oliverio- ha un grande valore, non solo perché racconta il dramma di un bambino e della sua famiglia, ma perché mostra i caratteri veri di una regione come la nostra, che è una terra che accoglie l’uomo in quanto tale, le persone con la loro storia e i loro bisogni ed in cui si è realizzato un approccio diverso, fatto di grande umanità e accoglienza, con un fenomeno di portata enorme, con il quale dovremo fare i conti ancora per un lungo periodo. Qui, rispetto alla logica dei muri, del filo spinato e del respingimento a mare, è prevalso l’aspetto umanitario. Un aspetto che, per fortuna, si sta facendo strada anche nel resto dell’Europa dove si è finalmente compreso che, anche laddove sono stati eretti i muri è difficile, direi impossibile, governare questi fenomeni. E’ un fatto importante perché credo che questa sia l’unica strada per affrontare un fenomeno di questa portata, anche grazie all’iniziativa assunta dal nuovo governo e, in particolare, dal ministro Minniti, che ha aperto un’interlocuzione nuova carica di speranza con i paesi di provenienza”.

“La Calabria -ha rimarcato ancora Oliverio- è la regione in cui 201 comuni al 30 di ottobre scorso hanno aderito ai progetti Sprar, sottoscrivendo a Taverna, alla presenza del Ministro dell’Interno, il relativo protocollo d’intesa. Vedremo nei prossimi giorni quanti saranno quelli che avranno aderito al 31 dicembre. Un fatto è certo: l’adesione dei comuni al metodo Sprar, che noi abbiamo molto sostenuto e che continueremo a sostenere, è cresciuta notevolmente soprattutto negli ultimi tempi. Ciò evidenzia che in Calabria c’è una grande disponibilità delle nostre comunità ad accogliere quanti scappano dalla loro terra per fame e per guerre, alla ricerca di un futuro migliore”.

“Oggi, tra l’altro, è presente tra noi anche il sindaco del Comune di Tarsia che ha accolto immediatamente la proposta avanzata da Franco Corbelli all’indomani della tragedia di Lampedusa, di costruire in Calabria un cimitero dei migranti. Un progetto che noi abbiamo sostenuto finanziariamente e di cui a breve inizieranno i lavori del primo lotto. Anche questo è un fatto significativo che indica una dimensione nuova nel rapporto con il fenomeno migratorio. Il carattere umanitario non è riconducibile né alle etnie né al colore della pelle, ma è espressione di una cultura che guarda all’uomo in sé, come valore centrale, dalla sua nascita alla morte. Questo è il vero misuratore della civiltà”.

“Ho voluto svolgere queste brevi considerazioni – ha concluso il Presidente della Regione- per dire che non considero affatto il libro di Corbelli come un’opera ordinaria e circoscritta, ma come un patrimonio della nostra regione. Per questo motivo ho chiesto all’editore Rubbettino di stampare questo libro e a lui chiederò di fare in modo che un certo numero di copie sia distribuito nelle scuole della nostra regione perché i nostri giovani riconoscano i caratteri fondamentali della loro terra e affinchè si dibatta, alla presenza e con la testimonianza di quanti hanno partecipato all’accoglienza dei migranti nel momento degli sbarchi, di questo straordinario fenomeno umanitario”.

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