Home » Amazon, Calenda: ‘Braccialetti mai in Italia’

Amazon, Calenda: ‘Braccialetti mai in Italia’

Redazione

Ancora polemiche sui braccialetti che Amazon starebbe brevettando per monitorare la produttività dei suoi dipendenti. Il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, assicura che in Italia non ci saranno mai. Mentre secondo il candidato premier M5S, Luigi Di Maio, punta l’indice contro il Jobs Act.

“Ho spiegato loro che gli unici braccialetti che facciamo in questo paese sono quelli che produce la nostra gioielleria. Gli ho spiegato, e loro del resto hanno capito, che una cosa come quella, che non è in uso ma è stata brevettata in Italia non ci sarà mai”, ha detto Calenda al termine di un incontro a Roma, al Mise con una delegazione di Amazon

Sulla vicenda interviene anche il candidato premier, Luigi Di Maio: “Se in Italia si possono mettere dispositivi sui lavoratori per controllarli – afferma – è grazie al Job acts e leggo agenzie del Pd che dicono ‘che ne dice Di Maio’. Io sono contro quel provvedimento che permette a aziende anche partecipate dallo Stato di mettere chip nelle scarpe dei lavoratori o i braccialetti controllare i dipendenti. E’ incredibile che il Pd che ha fatto la legge per mettere addosso i trasponder addosso agli esseri umani che adesso critichi Amazon”.

Tesi, questa di Di Maio, respinta dal ministero del Lavoro. Le affermazioni secondo cui il Jobs act avrebbe “autorizzato” l’utilizzo di dispositivi per il controllo a distanza dei lavoratori, afferma una nota, “non rispondono alla verità dei fatti”. Il Jobs act, sottolinea, “ha adeguato la normativa contenuta nello Statuto dei lavoratori, risalente al 1970, alle innovazioni tecnologiche nel frattempo intervenute. La norma non ha dunque ‘liberalizzato’ i controlli, ma ha fatto chiarezza circa il concetto di ‘strumenti di controllo a distanza’ ed i limiti di utilizzabilità dei dati raccolti attraverso questi dispositivi, in linea con le indicazioni che il Garante della Privacy ha fornito negli ultimi anni”. Inoltre, prosegue la nota, “la disposizione ha previsto che, in ogni caso, questi strumenti possano essere adottati esclusivamente previo accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato territoriale del Lavoro o del Ministero”.

A bocciare l’iniziativa del colosso dell’e-commerce anche il Garante della privacy: l’ipotesi sul braccialetto elettronico, “se così fosse sarebbe in contrasto con l’ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia ma anche in Europa”, ha detto il Garante della privacy Antonello Soro a Radio Radicale. “In questo caso – ha aggiunto – sembrerebbe quasi che i giganti che operano nell’economia digitale pensino già di robotizzare l’uomo: è una direzione sbagliata perché non può esserci progresso e innovazione che non abbia come fondamento l’uomo”.

“Le speculazioni riguardo l’utilizzo di questo brevetto sono fuorvianti”, hanno precisato da Amazon. “Ogni giorno, in aziende in tutto il mondo, i dipendenti utilizzano scanner palmari per il controllo dell’inventario e per spedire gli ordini. Questa idea, se e quando dovesse essere implementata in futuro – spiega l’azienda – verrà fatta nel pieno rispetto delle leggi e delle norme, con il solo obiettivo di migliorare il lavoro di ogni giorno dei nostri dipendenti nei centri di distribuzione. Muovendo le attrezzature verso i polsi dei dipendenti, le mani vengono liberate dall’utilizzo degli scanner e gli occhi non devono più guardare lo schermo. Tutte le tecnologie che abbiamo implementato fino a oggi hanno contribuito al miglioramento delle condizioni di lavoro nei nostri centri di distribuzione”.

 

Articoli correlati