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IL METODO MONTESSORI PIACE SEMPRE DI PIÙ. ECCO COME COMINCIARE IN FAMIGLIA

Redazione

Troppo dolce? Eccessivamente serio? Un invito all’anarchia e alla confusione e alla crescita di piccole pesti o un metodo efficace per esaltare le capacità dei bambini evitandogli lo stress da performance sempre più richiesto anche in tenera età?

Seppure il metodo ideato dalla psichiatra  Maria Montessori sia uno dei sistemi educativi più noti e influenti all’estero, i suoi principi non sono noti agli italiani se non superficialmente. Non mancano però le scuole pubbliche della penisola, primarie e secondarie, che lo stanno adottando in questi ultimi anni ( a Milano questo anno se ne sono aggiunte quattro) e aumentano i nomi di personaggi di successo che sono cresciuti seguendone i suoi principi, come Jeff Bezos fondatore di Amazon, Jimmy Wales creatore di Wikipedia, insieme agli ideatori di Google Larry Page e Sergey Brin.

Il metodo Montessori vive una seconda rinascita ed è diventato moderno, attuale e perfino rivoluzionario perché non punta alla performance e al confronto fra i più bravi e meritevoli ma nutre l’indole dei piccoli. “La metodica stimola i bambini a dare il meglio di sé favorendo le condizioni per sviluppare tutto il loro potenziale, – spiega Daniele Novara, pedagogista, direttore del Centro Psicopedagogico per l’Educazione e la gestione dei conflitti di Piacenza nell’introduzione del nuovo saggio ‘Il metodo Montessori per tutti’ scritto dalle colleghe Laura Beltrami e Lorella Boccalini (Bur Rizzoli Parenting editore).Il nuovo manuale può aiutare a comprendere ed usare al meglio i principi cardine del metodo con i propri figli educandoli alla libertà e all’autonomia anche a casa. “La metodica si basa sul rispetto della libertà di sviluppo del bambino, della sua autonomia, dei suoi tempi e delle sue inclinazioni. Gli adulti e gli insegnati accompagnano i piccoli facendoli meravigliare ed appassionare a loro stessi, alle loro scoperte e capacità” spiegano le autrici. Niente gare a chi arriva prima, nessun confronto con chi fa di più e perciò nessuna ansia da performance possono essere il segreto di uno sviluppo sereno che permette al bambino di capire cosa sogna e come realizzarsi? Le autrici del saggio ne sono certe e nel testo forniscono molti spunti di riflessione per i genitori che vogliono crescere bambini sicuri di sé . A cominciare dalla cameretta, che va ripensata a misura di apprendimento Montessori, cominciando da questi principi:

1) La casa è il primo luogo abitato dai bambini, là devono iniziare a muoversi sentendosi padroni. solo così se ne prenderanno cura. Cameretta per sé o condivisa non importa, l’importante è che il piccolo acceda da solo ai suoi giochi senza dover aspettare che sia qualcuno a proporglieli. Non fa le costruzioni? Guardate dove sono posizionate prima di dire che non è portato. Non fa i puzzle? Controllate dove è infilata la scatola, magari sotto una pila di libri?

2) Ci vuole pulizia: troppi giocattoli non servono. Eliminate quelli che usava da piccolo e date spazio ai giochi che lo incuriosiscono ora. Lasciate spazio libero per muoversi, senza dovere fare largo fra impicci e giochi che non sua neanche più.
La camera non è fatta solo di giocattoli. anche i mobili devono essere accessibili direttamente dal bambino. Tavolino, sedia, tappeto, libreria, lettino: deve raggiungerli da solo e usarli per i suoi bisogni, per riposarsi, leggere, giocare, scoprire.
3) Una sola zona esclusiva non basta. Oltre alla sua stanza anche la sala e il resto della casa devono permettere movimenti liberi ai piccoli. alcuni esempi: all’ingresso si può montare un attaccapanni alla loro altezza, posizionare uno sgabello per arrivare ai mobili della cucina , scegliere una sedia più alta dotata di pioli per farlo sedere a tavola, mettere uno specchio alla sua altezza in bagno. In questo modo diventerà autonomo in modo spontaneo e sicuramente prima di quanto non facciano i bambini che crescono in case progettate per gli adulti.

4) L’ordine è importante, non solo la pulizia. Riordinando la loro camera gli adulti ammucchiano da una parte, ripongono i giochi secondo un metodo loro e non dei propri figli. Non sembra ma i piccoli lo notano. Invitate a riordinare la stanza da sé il prima possibile, supportandolo e ricavando spazi dedicati alle sue cose come cassetti, ceste, armadi.

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