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Frontex a ANSA, su rimpatri Italia nella giusta direzione

Redazione

 “L’Italia, nell’ultimo anno, è stato uno degli Stati membri che ha aumentato le sue attività di rimpatrio, sia in termini di decisioni, che di operazioni”. Il Paese si sta muovendo “nella giusta direzione per rafforzare questa politica”. Così in un’intervista all’ANSA il direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri. “Le mie preoccupazioni sulla diminuzione delle decisioni per i rimpatri, non riguardano l’Italia”, precisa, citando in modo positivo la legge Minniti.

In prospettiva, sul flusso di migranti dalla Libia, per i mesi a venire “dobbiamo essere vigili, anche se si è confermata la tendenza in netto calo (-34%) iniziata a luglio 2017, quando comunque c’erano buone condizioni meteo”, spiega Leggeri.

Secondo la relazione presentata oggi dall’Agenzia europea a Bruxelles, sull’analisi del rischio per il 2018, “nel luglio 2017 i numeri” sulla rotta del Mediterraneo centrale “sono diminuiti nettamente e improvvisamente a meno della metà dei livelli di giugno, seguiti da una caduta anche più marcata di circa un terzo di questo livello, ad agosto”.

Vari i fattori che hanno determinato la situazione – indica il report – in particolare, “gli sviluppi interni alla Libia” con scontri che hanno disturbato le attività dei trafficanti, ma “non un declino nel numero di migranti in attesa di partire”. A questo proposito Leggeri ha spiegato di essere a conoscenza, “attraverso fonti indirette, che sono ancora migliaia i migranti bloccati” nel Paese.

“L’Italia” comunque “è impegnata ad usare le risorse allocate dalla Ue per trovare soluzioni sostenibili per la Libia” e per i migranti che vi sono bloccati. “E per ora sta andando nella giusta direzione, anche se le condizioni dei centri in Libia non sono in linea con i nostri standard, e con gli standard umanitari essenziali. Ma questo non è colpa dell’Italia, tutta la comunità internazionale e non solo l’Ue può aiutare”, evidenzia Leggeri parlando con l’ANSA.

“Se vogliamo avere soluzioni sostenibili, per la Libia come Paese e per i migranti, occorrono i rimpatri nei Paesi di origine, programmi nei Paesi di origini, stabilire uno Stato che funziona in Libia, ma questo richiederà tempo – evidenzia – perché si tratta di ‘ricostruire la capacità’ del Paese, dopo una guerra e una dittatura”. Il direttore esecutivo assicura inoltre: Con l’operazione Triton “era stato chiaramente scritto che tutti gli sbarchi” dei migranti soccorsi “sarebbero dovuti avvenire in Italia.

 

Con Themis torniamo al fatto che sono i Centri di coordinamento di soccorso marittimo (Mrcc) che devono decidere dove farlo. Quindi non sarà più nel 100% dei casi in Italia”.

 

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