Sfruttare i lavoratori in altri Paesi del mondo per poi vendere i prodotti in Europa è tanto grave quanto fare dumping, e l’Ue dovrebbe agire per evitare che ciò accada. E’ il senso di quanto affermato dal ministro allo sviluppo economico, Carlo Calenda, durante una conferenza sull’industria della moda ospitata al Parlamento europeo dall’eurodeputata Alessia Mosca (Pd).
“Dobbiamo fare qualcosa per l’intero sistema commerciale”, ha detto Calenda, secondo il quale i casi in cui i lavoratori sono sottopagati dovrebbero “essere trattati come quelli di dumping” e “bisognerebbe legare l’accesso al nostro mercato da parte dei Paesi terzi al fatto che questi garantiscano un salario dignitoso”.
Per il ministro, “dovremmo anche lavorare nel contesto degli accordi di libero scambio per avere un ente capace di risolvere le dispute” che monitori, ogni qualvolta venga introdotta una nuova misura da parte di un Paese partner dell’Ue, se questa “aiuta i lavoratori ad avere un salario dignitoso”.
“Possiamo accettare che il livello degli stipendi sia molto più basso in Cambogia o Vietnam”, “ma una cosa è guardare alle diverse fasi dello sviluppo, un’altra è essere disponibili ad accettare che le nostre aziende stanno spingendo al ribasso i salari in quei Paesi, sfruttando i lavoratori per poi rivendere nel nostro continente”, “è qualcosa che non ha assolutamente senso”, ha insistito Calenda. (ANSA).