Sono 256 i delfini trovati morti lungo le coste italiane nel corso del 2016, un numero “ampiamente superiore a quello evidenziato negli ultimi anni” e probabilmente dovuto a un ceppo del virus del morbillo. Lo rileva, nel report annuale, il Centro di Referenza Nazionale per le Indagini Diagnostiche sui Mammiferi marini spiaggiati (C.Re.Di.Ma), istituito dal Ministero della Salute. Il numero di esemplari spiaggiati, segnala il report pubblicato sul sito del Ministero della Salute, ha risentito di “un picco di mortalità anomala verificatosi dal mese di luglio lungo il tratto ionico delle Regioni Puglia, Calabria e Sicilia, dove il numero di esemplari spiaggiati è risultato quasi quintuplicato”. Proprio in questo periodo è stato rilevato un aumento delle positività al Morbillivirus in concomitanza con il riscontro inusuale di lesioni microscopiche compatibili con un’infezione acuta sub-acuta nella maggior parte dei soggetti.
Rispetto alle cause di origine infettiva, come negli anni precedenti, è stata evidenziata la persistente circolazione di agenti virali, come appunto Morbillivirus, ma anche Herpesvirus, protozoari, come Toxoplasma gondii. * “La percentuale di spiaggiamenti legati ad interazione con l’attività umana – si legge – rimane elevata anche se in linea con quanto osservato negli anni precedenti” ma “nel 35% dei casi non è stato possibile avanzare ipotesi per le cause del decesso”.
Di recente, ad allarmare è stata una moria anomala di delfini verificatasi in Toscana, sulle cui coste sono stati ritrovati ben 14 delfini morti solo nel primo trimestre del 2017.