Il Salone del Libro compie trent’anni e allontana gli spettri di Milano, che quest’anno per la prima volta ha organizzato una manifestazione concorrente, per andare ‘Oltre confine’, il tema di una edizione che si presenta più ricca che mai. E più internazionale. Da Pennac ad Alicia Gimenez Bartlett e Richard Ford sono tanti gli scrittori che hanno scelto la città della Mole “perché qui si divertono”, ha detto il direttore della buchmesse Nicola Lagioia. E perché, “dopo trent’anni al servizio della cultura e dell’amore per i libri, Torino se lo merita”, ha aggiunto l’ex ministro Massimo Bray, che della manifestazione è il presidente.
La presentazione del programma al Museo del Risorgimento, nell’aula del primo parlamento, oggi culla del nuovo Salone del Libro, quello nato dopo lo strappo con gli editori, come oltre 150 anni fa lo è stato dell’Italia unita. La “migliore risposta”, secondo la sindaca di Torino Chiara Appendino, a chi nei mesi scorsi ha dato per morta una manifestazione viva e vegeta, che dal 18 al 22 maggio invaderà la città con la sua nuova formula ‘en plein air’. Per estendere la magia del Salone fin sulla mongolfiera di Porta Palazzo, dove leggere Viaggio al centro della Terra di Jules Verne, o nel sommergibile sul Po dove tornare a sfogliare Ventimila leghe sotto i mari con Bruno Gambarotta.
Agli stand del Lingotto, 11 mila metri quadrati, il 10% in più dello scorso anno, con 424 espositori contro i 338 del 2016, si aggiungono altre importanti novità. Come Narrazioni Jazz, il nuovo Torino Jazz Festival, e il ‘superfestival’ che per la prima volta riunisce in un unico evento 67 tra i più importanti festival culturali italiani. Per non dimenticare l’anteprima del 6 maggio, un’altra novità, all’Auditorium Rai con Patti Smith.
Roba da fare del Salone del Libro il nuovo simbolo di Torino, “al pari della Biennale per Venezia – sottolinea Lagioia – del Palio per Siena e del Festival di Edimburgo”.
“In questo Paese l’importante è lavorare per aumentare il numero dei lettori – sostiene il premio Strega, che ha lavorato al programma della kermesse con 14 consulenti – e io mi auguro che questa spaccatura tra gli editori venga sanata al più presto. All’Aie consiglio, piuttosto che mettere Torino contro Milano, di andare a promuovere la lettura dove si legge di meno, come al Sud”. Nessun editore, neppure Mondadori o Gruppo Gems che tanto si sono spesi per Tempo di Libri, hanno negato la partecipazione dei loro autori, anche se per la prima volta non avranno uno stand.
Difficile del resto fare a meno di un appuntamento che lo scorso anno ha attirato 127 mila visitatori, contro i 70 mila di Tempo di Libri. Difficile rinunciare a far parte di un programma talmente ricco da orientare le letture dei prossimi mesi. Si va da Pennac, che al Grattacielo di Intesa Sanpaolo dialogherà con Sandro Veronesi sul suo ultimo capitolo del ciclo ‘Il caso Malaussene’, al premio Pulitzer Richard Ford, dalle visioni cyberpunk di Bruce Sterling alle scrittrici ‘femministe’ Yasmine Reza, Miriam Toews e Lidia Ravera. Da Alessandro Baricco, che con Francesco Bianconi dei Baustelle celebra ‘Furore’ di Steinbeck, a Amitav Ghosh. E ancora Luis Sepulveda, che dialogherà con Carlo Petrini, Roberto Saviano, Alicia Gimenez-Bartlett, Jonathan Lethem.
Due i convegni dedicati a Elena Ferrante, vero e proprio caso letterario internazionale degli ultimi anni. Autore dall’identità ancora sconosciuta, esaminato ai raggi X dagli editori stranieri che l’hanno pubblicata e da scrittori e critici. Tra i più attesi anche padre Alejandro Solalinde, prete di strada messicano e nemico dei narcotrafficanti, Alan Friedman, con il suo ultimo libro ‘Questa non è l’America’, Paco Ignacio Taibo II, Chiara Gamberale, Luciana Littizzetto che parlerà del suo ‘La bella addormentata in quel posto’ con Maria de Filippi. (ANSA).
Il Salone del Libro va Oltre Confine e invade Torino
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