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Il mare al centro della crescita sostenibile

Redazione

e7, il settimanale di QE – Innovazione, trasferimento tecnologico e soprattutto collaborazione tra i settori della ricerca scientifica e dell’industria. Sono questi i punti chiave su cui la Commissione europea concentra la sua attenzione per promuovere il potenziale dell’Economia marittima (detta “Blue” nei documenti UE ma da non confondere con la teorizzazione di Blueconomy definita da Gunter Pauli “The Blue Economy: 10 years, 100 Innovations, 100 Million Jobs”, n.d.r.).

Si tratta di un comparto con un valore aggiunto lordo di quasi 500 miliardi di euro l’anno che, se affrontato in modo adeguato, può offrire numerose opportunità. Lo strumento principe con cui l’Europa vuole favorire questo percorso di valorizzazione di mari, oceani e coste è l’iniziativa Blue Growth. L’obiettivo è mettere a frutto una politica marittima integrata per il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, nell’ottica di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
I settori principali su cui si articola lo sviluppo sostenibile sono essenzialmente cinque: turismo costiero e marittimo; energie rinnovabili marine; acquacoltura; risorse minerali marine; biotecnologie blu. Ambiti d’azione a cui si aggiungono anche la pesca e le attività offshore, solo per fare qualche esempio.

In un comparto così variegato una delle leve di sviluppo su cui si sta concentrando l’attenzione è quella di un’efficace raccolta e gestione dei dati. è qui che si gioca la partita per realizzare modelli di analisi sempre più accurati, capaci di utilizzare le informazioni ottenute in chiave predittiva. Una questione, quella del monitoraggio, che diventa cruciale nel supporto decisionale in casi, ad esempio, di sversamento degli idrocarburi, di soccorso in mare ma anche in tutte quella situazioni in cui è utile ottenere informazioni sulle previsioni meteo-marine o consultare gli indicatori di qualità ambientale nel mare.

Le grandi moli di dati sono “essenziali” secondo Giovanni Coppini, Direttore divisione ocean predictions and applications del CMCC (Centro euro mediterraneo sui cambiamenti climatici), intervenuto nel corso di un webinar tenuto lo scorso 27 marzo. Queste informazioni, infatti, sono legate alla nostra capacità di sviluppare servizi nel settore dell’economia marina. In quest’ottica il focus è sugli utenti che devono poter usufruire dei vantaggi di un accesso agile al patrimonio di conoscenze generato dalle tecnologie di monitoraggio. Si tratta insomma di un percorso dove soluzioni innovative di monitoraggio, gestione intelligente dei dati in chiave predittiva e creazione di servizi si intersecano in maniera proficua a favore dei cittadini.

Proprio sulla creazione di servizi derivante dall’analisi degli oceani con gli strumenti tecnologici più innovativi l’Europa sta puntando; una sfida dove le diverse applicazioni per la raccolta dei dati sono un elemento centrale. ”La nostra capacità di capire gli Oceani è legata a queste soluzioni”, ha affermato Coppini. In questo senso un’efficace collocazione sul mercato di questi sistemi è fondamentale. Su quest’aspetto, però, c’è ancora molta strada da fare, “manca il marketing”, per il Direttore CMCC, che ha sottolineato come questo sia un ambito su cui bisogna intervenire in modo prioritario. Proprio un’efficace introduzione sul mercato di tecnologie sempre più performanti è, infatti, il terreno su cui giocare la partita dell’innovazione e della sostenibilità nell’economia blu. Una partita che si può vincere solo attraverso una collaborazione proficua tra offerta scientifica, imprese e istituzioni del territorio.

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