66
«Le grandi compagnie telematiche sono formidabili strumenti di intelligence e di influenza geopolitica. Ovviamente, quando queste sono al servizio degli Stati, non sono rivolte esclusivamente al consumo o al profitto, ma anche al mantenimento di un certo dominio statale o continentale. Spesso infatti entrano in questo grande gioco i fondi sovrani per influenzare l’economia e la geopolitica del pianeta». E’ quanto ha affermato Lucio Caracciolo, direttore di “Limes”, intervenendo al Master in Intelligence dell’Università della Calabria, diretto da Mario Caligiuri. «Non dobbiamo commettere l’errore – ha proseguito Caracciolo – di descrivere il mondo come se fosse un’entità unica. Oggi, infatti il 50% delle persone non usa tecnologie telematiche perché non è collegato ad internet». Occorre quindi distinguere, sostiene il Direttore di “Limes”, tra “Caoslandia” e “Ordolandia”. Il primo termine identifica una parte dell’area centrale del pianeta, dove si registra il progresso demografico più veloce al mondo ma è anche teatro di quasi tutte le guerre, nonché caratterizzata da stati-mafia e disastri ambientali e climatici. Rispetto ad “Ordolandia”, il dato comunque più interessante è quello dell’età mediana che in Africa si attesta al di sotto dei vent’anni mentre, ad esempio in Europa, arriva intorno ai 45 anni. Ciò, secondo Caracciolo «produrrà effetti geopolitici di grande portata perché – come sosteneva Giovanni Arrighi – quando i giovani, in una società, superano una certa soglia, si verificano richieste di profondi cambiamenti sociali. In Europa infatti viviamo una certa tendenza conservatrice mentre in “Caoslandia” la spinta è quasi rivoluzionaria».
Caracciolo ha poi analizzato il futuro ruolo delle megalopoli, soffermandosi sullo sviluppo non pianificato di città come Lagos o Il Cairo, che sono di fatto fuori controllo.
Interessante è stata poi l’analisi del terrorismo come fenomeno alimentato dai media: «l’atto terroristico – sostiene Caracciolo – intende indurre paranoia e irrazionalità, alimentando le teorie del complotto. A questo proposito dobbiamo considerare come le organizzazioni terroristiche siano anzitutto entità economiche che per alimentarsi trafficano droga, armi, petrolio e beni archeologici. Il mercato di sbocco di questi beni sono le nazioni ricche per cui occorre ribaltare il punto di vista dall’offerta alla domanda di criminalità».
Caracciolo ha poi accennato a Trimarium, il progetto infrastrutturale pensato e proposto in ambito polacco, sostenuto dalla Croazia e in una certa misura dalla Romania. «Trimarium riguarda l’Adriatico ma esclude l’Italia, riguarda il Baltico ma esclude la Germania. Italia e Germania vengono infatti considerate entrambe vicine alla Russia di cui, con il progetto Trimarium, si cerca in qualche modo di arginare l’avanzata».
Caracciolo ha quindi concluso analizzando gli attuali flussi migratori che sono aumentati perché si è creata una sorta di pressione tra il Nord Africa, da dove si concentrano le partenze, e il Nord Europa, che cerca di mantenere i migranti nel Sud del vecchio continente. In questo contesto l’Italia pretende solidarietà, mentre gli Stati dell’Europa del Nord invocano la responsabilità degli altri. In una situazione di deficit demografico, come quella dell’Italia, la risposta al fenomeno migratorio deve essere quella di creare le condizioni strutturali per gestire il fenomeno attraverso un sistema di immigrazione controllata. «Per fare politica estera e per sfruttare al meglio la collocazione geografica dell’Italia – suggerisce Caracciolo – c’è bisogno di un’identità nazionale precisa, sollecitata da una classe dirigente avvertita. E L’intelligence può essere la chiave di volta del futuro, perché essa stessa è, nella sua funzione, non nelle persone, il cuore dello Stato».
Caracciolo ha poi analizzato il futuro ruolo delle megalopoli, soffermandosi sullo sviluppo non pianificato di città come Lagos o Il Cairo, che sono di fatto fuori controllo.
Interessante è stata poi l’analisi del terrorismo come fenomeno alimentato dai media: «l’atto terroristico – sostiene Caracciolo – intende indurre paranoia e irrazionalità, alimentando le teorie del complotto. A questo proposito dobbiamo considerare come le organizzazioni terroristiche siano anzitutto entità economiche che per alimentarsi trafficano droga, armi, petrolio e beni archeologici. Il mercato di sbocco di questi beni sono le nazioni ricche per cui occorre ribaltare il punto di vista dall’offerta alla domanda di criminalità».
Caracciolo ha poi accennato a Trimarium, il progetto infrastrutturale pensato e proposto in ambito polacco, sostenuto dalla Croazia e in una certa misura dalla Romania. «Trimarium riguarda l’Adriatico ma esclude l’Italia, riguarda il Baltico ma esclude la Germania. Italia e Germania vengono infatti considerate entrambe vicine alla Russia di cui, con il progetto Trimarium, si cerca in qualche modo di arginare l’avanzata».
Caracciolo ha quindi concluso analizzando gli attuali flussi migratori che sono aumentati perché si è creata una sorta di pressione tra il Nord Africa, da dove si concentrano le partenze, e il Nord Europa, che cerca di mantenere i migranti nel Sud del vecchio continente. In questo contesto l’Italia pretende solidarietà, mentre gli Stati dell’Europa del Nord invocano la responsabilità degli altri. In una situazione di deficit demografico, come quella dell’Italia, la risposta al fenomeno migratorio deve essere quella di creare le condizioni strutturali per gestire il fenomeno attraverso un sistema di immigrazione controllata. «Per fare politica estera e per sfruttare al meglio la collocazione geografica dell’Italia – suggerisce Caracciolo – c’è bisogno di un’identità nazionale precisa, sollecitata da una classe dirigente avvertita. E L’intelligence può essere la chiave di volta del futuro, perché essa stessa è, nella sua funzione, non nelle persone, il cuore dello Stato».