Lo spaccio sulla “Costa degli Dei” era un affare loro: un gruppo familiare a capo di un sodalizio criminale composto almeno da una quindicina di persone (14 esattamente), e che aveva costituito una fitta rete di vendita della drogalungo la nota zona costiera della provincia di Vibo Valentia
Stamani, però, il blitz dei carabinieri che hanno eseguito otto misure cautelari tra il capoluogo calabrese e Nerviano, nel milanese, arrestando e mettendo ai domiciliari sei persone mentre altre due sono state invece raggiunte da altrettanti obblighi di dimora.
Il Gip del tribunale del capoluogo gli contesta di essere contigui al locale di ‘ndrangheta di Zungri ritenendoli responsabili – in concorso e a vario titolo – del reato di spaccio di stupefacenti.
Altre 6 persone sono state invece denunciate in stato di libertà per lo stesso reato.
Le indagini sono state condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vibo e della Stazione di Briatico. L’operazione, denominata “Roba di Famiglia” avrebbe così fatto luce sul gruppo che – secondo la tesi investigativa – avrebbe rifornito di marijuana, hashish e cocaina tutta l’area della Costa degli Dei.
Ai domiciliari è così finito il nipote Giuseppe Accorinti, presunto boss del Poro, il 30enne Angelo Accorinti. Sempre ai domiciliari, poi, Andrea e Pasquale Caglioti, entrambi di Zambrone e rispettivamente 28 e 52 anni; Sebastiano Navarra, 46enne di Rombiolo; Antonio Alessandria, 24enne; Pino Fusca, 42enne di Cessaniti.
Obbligo di dimora invece per Antonello Francolino, 44enne di Briatico, e Luca Navarra, 21enne di Rombiolo. Gli indagati a piede libero sono Giuseppe Caglioti, Antonino Giannini, Domenico Pugliese (classe ’91) e Domenico Pugliese (classe ’96), Fabio Raffa e Vincenzo Runca.