La giornata di ieri 17 maggio e’ stata la giornata degli interrogatori in tribunale di 46 dei 68 imputati dell’operazione Jonny. Il primo ad essere sentito «Leonardo Sacco che nel corso dell’interrogatorio ha espresso la sua decisione di rispondere alle domande del giudice benché fosse molto provato. Con un atteggiamento molto calmo ha fornito la sua versione dei fatti precisando di non essere riuscito a leggere tutto il provvedimento. Ha escluso qualunque ipotesi di appartenenza e complicità con la criminalità ed ha chiarito di aver intrattenuto rapporti leciti ed autorizzati con tutti i fornitori». La posizione di Leonardo Sacco e’ venuta fuori dalle dichiarazioni degli gli avvocati Giancarlo Pittelli e Francesco Verri, difensori dell’ex governatore della misericordia di Isola Capo Rizzuto e di don Edoardo Scordio. Secondo quanto riferito dai due avvocati difensori al termine dell’interrogatorio che si e’ protratto per oltre un’ora, leonardo sacco che é detenuto nel carcere di Vibo Valentia, é apparso molto provato ma ha affermato di aver detto tutto. Dopo sacco e’ toccato a don Edoardo Scordio davanti al gip Abigail Mellace, sottoposto ad interrogatorio per l’udienza di convalida del fermo che ha portato in carcere il parroco di isola capo rizzuto nell’ambito dell’operazione Jonny. Il sacerdote è accusato di associazione mafiosa, malversazione e truffa allo stato. Nel corso dell’interrogatorio, don Scordio ha risposto alle domande del gip dichiarando di non aver mai avuto alcun rapporto con la criminalità organizzata. Ha poi sottolineato di essere estraneo alla gestione del cara e per questo di non poter rispondere delle contestazioni che gli sono mosse su questa vicenda. Per quanto riguarda i 132 mila euro ricevuti per svolgere “assistenza spirituale agli immigrati” per conto della misericordia don Scordio ha sottolineato che la somma è servita per tanti lavori eseguiti nella parrocchia tra cui anche la sistemazione di 8 chiese. Quei soldi, ha ribadito il prete, erano previsti da una convenzione tra due enti privati, la misericordia e la parrocchia. Chiaramente a dare le informazioni sull’interrogatorio di don Scordio i difensori, avvocati Francesco Verri e Giancarlo Pittelli i quali hanno riferito di un contegno molto dignitoso del parroco nei confronti dell’autorità giudiziaria e di grande rispetto per il lavoro svolto dalla magistratura. I difensori hanno chiesto che non venga disposta nei confronti di don Edoardo Scordio, la misura cautelare in carcere o che vengano disposti i domiciliari. Le decisioni dei tre gip del tribunale di Crotone sono attese per la serata di giovedì.
OPERAZIONE JONNY : OGGI GLI INTERROGATORI
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