“Dobbiamo aiutare l’Italia anche a far sì che i rifugiati che non hanno il diritto di soggiorno possano tornare nei loro Paesi d’origine”. Lo ha detto a Berlino Angela Merkel nel corso del Labour 20 (L20), il forum di dialogo del G20 sul lavoro. Germania, Italia e Francia, insieme alla Commissione europea, stanno stringendo delle partnership migratorie, ad esempio con il Niger, per far sì che le persone non si mettano in marcia per raggiungere la Libia, ha ricordato Merkel. “È un’ottima collaborazione trilaterale, anche con la Commissione”, ha aggiunto, anche se si tratta solo di “un tassello di una vera politica che contrasti le cause del fenomeno migratorio”.
Nei campi per i migranti in Libia, ha sottolineato la cancelliera, “le persone vivono in condizioni miserevoli, pessime e spaventose. Dal punto di vista dei rifugiati in Libia abbiamo delle condizioni insostenibili, la Libia è l’unico Paese in cui l’alto commissariato Onu per i rifugiati non ha accesso ai campi profughi”.
Ogni giorno migliaia di rifugiati “raggiungono le frontiere italiane, per la Ue è molto deplorevole che non abbiamo un sistema di redistribuzione comune e che l’Italia venga lasciata molto sola con questa questione”, ha aggiunto Merkel. “La Germania si è impegnata ad accogliere ogni mese 500 rifugiati, proviamo a fare la nostra parte, l’Italia registra questi rifugiati”.
“L’Italia si trova in questo momento in una situazione molto specifica per via dei rifugiati che arrivano dalla Libia”, un Paese che, ha notato Merkel, “non ha al momento un ordine statale che renda possibile parlare con lo Stato-Libia del tema dei rifugiati, per questo lavoriamo alacremente, sul piano politico, per insediare un governo di unità nazionale che abbia accesso davvero all’intero territorio della Libia”. L’obiettivo è far sì che, in modo simile a quanto avvenuto con la Turchia, “possiamo quanto meno parlare con un’istituzione statale di come porre fine alle attività dei trafficanti di esseri umani”, ha aggiunto.