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Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani su decreto dignità

Redazione

Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, in relazione alla proposta formulata dal Governo inerente al reddito di cittadinanza, previsto all’interno del decreto dignità, il cui fine è l’aiuto economico per i soggetti temporaneamente inoccupati o svantaggiati, nell’apprezzare l’intervento in questione, precisa quanto segue:

allo scopo di non creare disparità tra chi è disoccupato, ma godrebbe dei benefici del provvedimento, e i docenti che sono collocati, a seguito del trasferimento imposto dalla legge 107/2015, fuori sede, con costi spesso elevatissimi rispetto alla propria retribuzione, e forti ripercussioni sulle famiglie, in alcuni casi mono reddito, si chiede di voler tempestivamente operare per consentire agli insegnanti in questione il rientro definitivo presso le proprie città di residenza o ipotizzare una sorta di “indennità di trasferimento” la cui finalità sia quella di attenuare i disagi sopra citati.  

Inoltre, il Coordinamento intende soffermarsi sulla necessità e urgenza di inserire al più presto l’ora di educazione civica in ogni scuola di ordine e grado, attribuendone l’insegnamento ai docenti della classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche, perché se è vero che alla formazione della responsabilità civica degli studenti concorrono tutti gli insegnanti, a prescindere dalla propria materia di riferimento, in realtà soltanto chi conosce profondamente i meccanismi e la normativa del Diritto può operativamente comunicare nella maniera più efficace i valori della legalità, partendo dall’interpretazione del testo normativo (diritto pubblico ed in particolar modo diritto costituzione, diritto privato, diritto amministrativo etc.). 

Pertanto si chiede che il ministro, prof. Bussetti, al più presto elabori un decreto legge finalizzato all’inserimento nel monte ore scolastico della disciplina in oggetto; 

ancora si auspica l’istituzione di un tavolo operativo di concertazione con tutti gli attori che si stanno adoperando a favore di tale provvedimento.

Infine rivolgiamo un appello a tutti i deputati e senatori, che prima e dopo la campagna elettorale si sono fatti carico di tale istanza, affinché sostengano tangibilmente il percorso proposto.          

“I giovani e la mafia? E’ un problema di cultura, non in senso restrittivo e puramente nozionistico ma come insieme di conoscenze che contribuiscono alla crescita delle persone. Fra queste conoscenze vi sono quei sentimenti, quelle sensazioni che la cultura crea e che ci fanno diventare cittadini, apprendendo quelle nozioni che ci aiutano a identificarci nelle istituzioni fondamentali della vita associata e a riconoscerci in essa.” (Paolo Borsellino)

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