In modo analogo a quello che l’uomo sta facendo adesso, i primi animali esistiti sulla Terra hanno surriscaldato il pianeta, rendendolo meno ospitale e probabilmente contribuendo a diverse estinzioni di massa: più di 500 milioni di anni fa hanno cominciato a degradare il materiale organico presente sul fondale marino, consumando ossigeno e aumentando l’anidride carbonica presente in atmosfera e causando il riscaldamento globale nei successivi 100 milioni di anni. Lo studio, guidato dalla Libera Università di Bruxelles, è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.
“La chiave è realizzare che i cambiamenti più grandi avvenuti in quel periodo erano dovuti ad animali che non erano molto attivi e che hanno disturbato poco i sedimenti sul fondo del mare”, spiega Sebastiaan van de Velde, alla guida del gruppo.
“Questo vuol dire che il loro impatto è stato enorme“. Una volta trovato questo “pezzo mancante del puzzle” i ricercatori sono riusciti a costruire un modello matematico della Terra come doveva essere circa 500 milioni di anni fa e hanno osservato i cambiamenti provocati da queste prime forme di vita.
“L’evoluzione di questi piccoli animali ha abbassato il livello di ossigeno negli oceani e nell’atmosfera, ma ha anche alzato quelli di CO2 ad un livello tale da causare un riscaldamento globale”, commenta Benjamin Mills dell’Università di Leeds, uno degli autori. “Eravamo già a conoscenza di questo evento ma non sapevamo che fosse stato provocato dagli animali”.
Tim Lenton dell’Università di Exeter, un altro dei ricercatori, conclude: “Si crea un confronto interessante tra il comportamento dei primi animali e quello che gli esseri umani stanno facendo oggi al pianeta”. (ANSA).