Egregio Governatore Oliverio,
leggo con preoccupazione e stupore l’ennesimo quadro che il capo della Protezione civile regionale, Carlo Tansi, ha fornito alla stampa sulle criticità del dipartimento. Tansi ha parlato di sindacalisti e politici che avrebbero impedito i necessari correttivi a un vergognoso andazzo causa d’inefficienza, nonché di 91 addetti – su 180 complessivi – privi di formazione e impiegati in sala operativa, a fronte delle 9 unità in servizio presso l’omologo reparto della Lombardia. Ha poi aggiunto che nel dipartimento regionale della Protezione civile c’erano solo 3 funzionari laureati in discipline tecniche provvisti delle competenze specifiche per valutare i rischi naturali, potenziali o in atto nel territorio calabrese, come noto pieno di problemi irrisolti, con tutto ciò che ne consegue per gli interventi in caso di calamità e per la prevenzione e pianificazione. Infine Tansi ha dichiarato pubblicamente che spesso gli stipendi di titolari di funzioni operative (autisti, personale di sala operativa e altri) raggiungevano importi esorbitanti, addirittura tra i 6 e i 7mila euro mensili, per via di un ingiustificato straordinario svolto in spregio alle norme di riferimento, nonché di un uso disinvolto della reperibilità e/o della turnazione.
Non solo, il capo della Protezione civile regionale ha segnalato un impressionante disordine amministrativo in molte pratiche (affidamenti di servizi e forniture, concessione di benefici economici, gestione delle somme urgenze e così via) da svariati milioni di euro; tra l’altro determinato, per come ha precisato, dalla dolosa distruzione documentale operata da un ex dipendente, destinatario di provvedimento di custodia cautelare scaturito pure da una sua circostanziata denuncia.
Le chiedo, allora, Governatore, se questo non sia abbastanza perché lei esca allo scoperto e dica con chiarezza che cosa vuol fare in proposito, dal momento che ad oggi la responsabilità dell’amministrazione regionale è in primo luogo sua. In breve, non è più ammissibile che Tansi denunci un radicato malcostume tipico della burocrazia calabrese, fatto di complicità, omissioni, e protezioni politiche, e che lei taccia e resti immobile.
La Calabria fisica brucia, crolla, affonda e sprofonda e lei lascia a Tansi la parte di don Chisciotte? Quali iniziative ha assunto per invertire la rotta, per ristrutturare e rilanciare la Protezione civile levando le mele marce e mettendo all’angolo politici e politicanti che abbiano favorito pratiche o logiche clientelari nello stesso dipartimento? Non le pare che se Tansi continua a gridare al vento, lei ci fa una figura di colore scuro?
Come deputato della commissione Ambiente lavorerò perché il Ministero – cui sono passate le competenze in materia di Protezione civile e che oggi è retto da una figura di assoluta garanzia quale il generale Sergio Costa – fornisca alle regioni gli strumenti più appropriati.
Giuseppe d’Ippolito
deputato M5s in commissione Ambiente