Il documento sulla revisione del mandato strategico dell’operazione Sophia, inviato nelle capitali da Bruxelles, il 27 luglio, non contiene una proposta sui porti di sbarco per i migranti salvati in mare. L’assenza ha lasciato sorpresa l’Italia, che alla riunione del Comitato politico e di sicurezza (Cops) di oggi, con altri Stati, ha chiesto al Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) di avanzare una proposta alla riunione del gruppo di lavoro della prossima settimana. Lo si apprende da fonti diplomatiche.
Secondo quanto si apprende da altre fonti, nel documento, è stato lasciato uno spazio vuoto (quello che dovrà essere riempito dalla proposta), accompagnato da alcune righe, in cui si dichiara la necessità di trovare un accordo tra gli Stati, che sia in linea con i risultati del vertice europeo dei leader di fine giugno, e vada cioè nella direzione di una responsabilità condivisa. Alla riunione del Cops l’Italia è stata molto ferma nel ribadire la propria posizione secondo cui, con la fine della missione di Frontex-Triton, a febbraio (ora è sostituita da Themis), il piano operativo – che attualmente prevede che i migranti soccorsi siano sbarcati nei porto italiani – non può più essere considerato vigente, e quindi molto ferma sulla necessità di trovare una soluzione entro le cinque settimane concordate, al termine delle quali si riserva proprie iniziative. Al dibattito, un numero definito “importante” di Stati ha evidenziato che l’attuale piano operativo è valido fino a fine dicembre, e vorrebbe mantenerlo. Il lavoro sul mandato della missione Sophia continuerà con due riunioni del gruppo di lavoro e altri due Cops (il 21 e 28 agosto), mentre per il 29 agosto, a Vienna, è fissata la riunione informale dei ministri della Difesa dell’Ue.
La revisione del mandato dell’operazione Sophia sui porti di sbarco, non è nel documento inviato alle capitali, perché il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) intende costruire un percorso condiviso sul punto sollevato dall’Italia, nel quadro delle conclusioni del summit di giugno, e quindi di una responsabilità condivisa. Così fonti Ue. Il Seae oggi ha chiesto all’Italia e agli altri Stati di inviare suggerimenti su cui elaborare una proposta per costruire un consenso, ma le posizioni dei Paesi restano lontane.