Spiaggia, cemento e opere d’arte. Tre elementi apparentemente in antitesi che riescono a mescolarsi insieme per creare qualcosa di “incredibilmente” unico: il Dadada Beach Museum. Nasce in Calabria, in provincia di Catanzaro, a Montauro nel golfo di Squillace, il primo museo al mondo all’interno di uno stabilimento balneare: tra gli ombrelloni e le sdraio del Dadada Beach Village. “Il museo, che è in fase di allestimento – spiegano gli ideatori – non è altro che il completamento fisico e assoluto di quello che solo apparentemente è un semplice lido.
Il tetto a forma di ali di gabbiano, le ringhiere forate con i simboli dell’estate (il sole, le stelle e i cavallucci marini), la cura maniacale dei particolari”.
Il Dadada Beach Village, che rimanda al ritornello di una celebre canzone dei “The Police”, punta a rappresentare il simbolo distintivo di un progetto, di una visione, di un’opera non proprio comune. Tutto nasce a distanza di quasi 1.500 chilometri dalla spiaggia di Montauro, ovvero a Zurigo all’inizio del 1900. E’ qui, infatti, che muove i primi passi il Dadaismo o, più semplicemente, il “Dada”, ossia il movimento che ha interessato soprattutto le arti visive, la letteratura (poesia, manifesti artistici), il teatro, la grafica, e che incarnava la politica antibellica attraverso un rifiuto degli standard artistici, come dimostra il nome dada che non ha un vero e proprio significato, tramite opere culturali che erano contro l’arte stessa. E’ questa la filosofia su cui si basa l’essenza del Dadada Beach Village e della sua ‘estensione’ culturale Dadada Beach Museum. Trova forma così un contenitore a cielo aperto, fronte mare, in cui vengono ospitate le opere d’arte di Mario Loprete, artista che lavora e vive a Catanzaro. Un innovatore che utilizza una particolare tecnica scultorea con cemento armato e pittorica per creare opere d’arte uniche e attuali, con una grande capacità comunicativa. Nel Dadada Beach Museum le opere realizzate da Loprete sono degli elementi contestualizzati: maschere subacquee, pinne, tavole da surf, teli da mare, secchielli, giochi per bambini. “In questi lavori – afferma Loprete – indago e scruto il mondo dell’hip hop americano, cerco punti di riferimento iconografici con il mondo dei giovani italiani, attenti e accorti nell’assorbire dallo stereotipo statunitense fondamenti ispiratori. La mia continua ricerca mi ha portato ad utilizzare un nuovo supporto: il cemento armato, un materiale creato millenni fa dai Romani, ma al tempo stesso attuale. É il materiale contemporaneo che più di tutti simboleggia l’industrializzazione occidentale e la modernità. Ad ogni latitudine è usato come base sulla quale i Writers fanno esplodere la loro creatività. Allo stesso modo utilizzo il cemento come supporto per i miei olii. Il mio desiderio è di portare la città, l’urban style, la contemporaneità nelle case, nelle gallerie nei musei”.