Che rilievo ha la realtà calabrese contemporanea nel quadro delle grandi questioni che attengono al capitalismo, ai processi globali di sviluppo e sottosviluppo, ai movimenti migratori internazionali e al conflitto sociale? È possibile considerare le eterogenee condizioni che caratterizzano storicamente questa regione periferica, non già come marginali e specifiche, ma paradigmatiche invece delle dinamiche più generali che attraversano e strutturano l’intero sistema mondo?
Affrontano queste domande numerose ed eminenti personalità della ricerca scientifica internazionale che, studiando tali questioni a partire da campi disciplinari differenti e da diversi Paesi del mondo, si sono dati appuntamento per discuterne presso le aule dell’Università della Calabria dal 6 all’8 giugno prossimi. Il convegno che essi animeranno si intitola Sviluppo capitalistico in contesti ostili, ed è organizzato dai locali dipartimenti di “Studi Umanistici” e di “Scienze Politiche e Sociali”, insieme all’“Arrighi Center for Global Studies” della statunitense Johns Hopkins University.
Lo spunto per le importanti riflessioni e i dibattiti che in quei giorni si svolgeranno, è dato dalla ricorrenza dei trent’anni dalla prima edizione in inglese (1987) di un influente saggio scritto da Giovanni Arrighi e Fortunata Piselli, e che Donzelli ha recentemente pubblicato, per la prima volta in italiano, con il titolo: Il capitalismo in un contesto ostile (2017). L’evento intende anche celebrare la figura intellettuale e scientifica di Giovanni Arrighi, di cui il 18 giugno ricorreranno gli otto anni dalla prematura scomparsa. In questa occasione, il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali ha voluto intitolare all’eminente studioso, che è stato protagonista di una fondamentale fase della sua storia, l’aula in cui si tengono i suoi più prestigiosi seminari.
Giovanni Arrighi considerava la “ricerca calabrese” uno dei suoi più importanti lavori, e il saggio che ne rappresenta il principale frutto ha fortemente influenzato le ricerche di molti studiosi, impegnati in diversi contesti a livello mondiale. Scritto quando Arrighi insegnava già negli Stati Uniti, valorizzando le significative esperienze di ricerca maturate nei sette anni da lui trascorsi in Calabria, quel testo propone una lettura tripartita dello sviluppo capitalistico e del conflitto sociale nella regione: la strada “prussiana” (il Crotonese), la strada “americana” (la Piana di Gioia Tauro) e la strada “svizzera” (il Cosentino), caratterizzate rispettivamente da lotta di classe, faide e migrazioni. Sul piano teorico e metodologico, il saggio riflette in modo innovativo le esperienze scientifiche e politiche maturate da Arrighi in tre continenti – in particolar modo, il lavoro svolto insieme agli antropologi sociali nell’Africa meridionale durante gli anni ’60, la partecipazione e l’analisi delle mobilitazioni sociali in Italia nei tardi anni ’60 e negli anni ’70, e la collaborazione con gli studiosi del sistema-mondo negli Stati Uniti durante gli anni ’80.
Il convegno internazionale delle giornate di giugno si propone di rilanciare la conoscenza di quell’opera, e di stimolare la rilettura critica della sua attualità, delle applicazioni che ne sono state fatte, della sua metodologia innovativa, nonché delle categorie e questioni in esso affrontate. Per questo i lavori saranno strutturati in tre parti. La prima vedrà la partecipazione di eminenti studiosi che hanno collaborato con Arrighi e che, in diverse fasi della sua ricca biografia, ne hanno condiviso il percorso intellettuale. Tra questi: Samir Amin, Perry Anderson, Maurice Aymard, Ada Cavazzani, Gad Lerner, Romano Madera, Marta Petrusewicz, Jane e Peter Schneider, Beverly Silver, Giordano Sivini, Immanuel Wallerstein, nonché Fortunata Piselli, coautrice del saggio summenzionato. La seconda sarà dedicata alle applicazioni che del “paradigma Calabria” sono state fatte in diverse regioni del mondo – Cina, Colombia, Iran, Paesi ex-URSS e Sud Africa –, e a una sua rivisitazione, a trent’anni dall’elaborazione, a cura di Tonino Perna. La terza, infine, raccoglie una selezione dei migliori contributi di ricercatori internazionali, pervenuti in risposta all’appello degli organizzatori, e sarà articolata in tavoli tematici coordinati da importanti studiosi, quali Piero Bevilacqua, Giorgio Cesarale, Andrea Fumagalli, Stefano Lucarelli, Enzo Mingione, Mario Pianta, Carlos Prieto del Campo.